venerdì 21 gennaio 2011

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IL CASO

Aule-pollaio, sì alla class action
il Tar dà ragione alle famiglie

Il Tribunale amministrativo ammette la prima azione di questo genere contro la pubblica amministrazione. Con il taglio di 87mila cattedere molte scuole esplodono. E ora il ministero deve rispondere e prendere misure. Gelmini: "Ricorso infondato"
di SALVO INTRAVAIA


Il Tar del Lazio accoglie la prima class action italiana contro la Pubblica amministrazione: quella sulle cosiddette classi-pollaio. Ad annunciarlo è il Codacons, che l'anno scorso aveva promosso l'azione collettiva contro il ministero dell'Istruzione. Negli ultimi anni, anche a causa dell'aumento del numero degli alunni per classe deciso dal governo per tagliare 87 mila cattedre in tre anni, le classi si sono gradatamente riempite. Oggi, nonostante diverse normative italiane lo vietino espressamente, non è difficile trovare classi anche con 34/35 alunni, specialmente nei primi anni dei licei. 

Per il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, il ricorso presentato al Tar del Lazio "è destituito di qualsiasi fondamento perché le classi con un numero di alunni pari o superiore a 30 sono appena lo 0,4% del totale". "Il sovraffollamento riguarda prevalentemente - aggiunge nel commentare la sentenza - la scuola secondaria di II grado e si lega soprattutto alle scelte e alle preferenze delle famiglie per alcuni istituti e sezioni". Il ministro assicura quindi che la questione della sicurezza e dell'edilizia scolastica "è da sempre una delle priorità del ministero" e precisa che "è già stato stanziato un miliardo di euro e assegnata una prima tranche di 358 milioni per avviare gli interventi più urgenti".



Il Codacons, per supportare il ricorso al Tar ha raccolto in un apposito elenco depositato ai giudici alcune classi nelle quali il numero di alunni supera i limiti fissati dalla legge, "con grave danno  -  si legge in una nota dell'associazione dei consumatori  -  per la sicurezza di studenti e insegnanti". "Dal punto di vista della giurisdizione  - spiega il comunicato - il Tar ritiene immediatamente applicabile la legge sulla class action contro le amministrazioni pubbliche, e legittima il Codacons ad agire in nome e per conto dei cittadini danneggiati dalla pubblica amministrazione".



Secondo quanto riferisce l'associazione, la sezione Terza bis del Tar del Lazio, presieduta da Evasio Speranza, scrive: "Sono in primo luogo da sciogliersi i dubbi circa i profili di ammissibilità dell'azione", in quanto "trattasi di uno strumento di tutela aggiuntivo rispetto a quelli previsti dal codice del processo, azionabile da singoli titolari di interessi giuridicamente rilevanti ed omogenei per una pluralità di utenti e consumatori".



Il pronunciamento, proprio alla vigilia della definizione degli organici per il prossimo anno scolastico, potrebbe mettere nei guai il ministero dell'Istruzione. Operazione, nella quale la mannaia della coppia Tremonti-Gelmini dovrebbe tagliare le "ultime" 20 mila cattedre e 15 mila posti di personale Ata (amministrativo, tecnico e ausiliario). Anche perché "il ministro Gelmini dovrà emettere un piano in grado di rendere sicure le aule scolastiche" ed evitare classi-pollaio, spiegano dal Codacons. Ma potrebbe dare una boccata di respiro agli insegnanti che faticano ogni giorno di più a tenere a bada classi sempre più numerose.
(21 gennaio 2011)

La Repubblica

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