giovedì 23 febbraio 2012

Don Gallo a Borgomanero

 
Don Gallo sarà a Borgomanero Venerdì 24 Febbraio 2012 alle ore 19.00 in piazza San Gottardo per sostenere  Manuel Cerutti alle primarie per il Candidato Sindaco nelle elezioni comunali.
Visto il risultato ottenuto da Marco Doria , sostenuto a Genova da Don Gallo, si spera che Manuel ce la possa fare!
Stasera 23 Febbraio alle ore 21.00 presso la SOMS di Borgomanero i 2 candidati  alle Primarie Cerutti e Pastore presenteranno i loro programmi alla cittadinanza.
Noi sosteniamo Emanuele Cerutti.

Ecco il male degli Italiani

Casini sta con Maroni 
Se appoggiano il governo Monti incondizionatamente per non far saltare il tavolo,
 a che servono? A quando: "Rompete le righe!" ? A noi, cari politici, avete già rotto altro.

giovedì 16 febbraio 2012

Questi democratici pidiellini.......!Che tristezza

Bocciata dal referendum, la privatizzazione dell’acqua rispunta nel pacchetto Monti
Emendamenti "bipartisan" puntano a rimettere sul mercato i servizi idrici, nonostante l'esito opposto del voto. A guidare l'assalto al Senato, Enzo Ghigo (Pdl) e i democratici Morando e Bosone
Negli emendamenti al decreto privatizzazioni presentati in Senato nei giorni scorsi si nasconde il tentativo – sostenuto soprattutto dal Pdl – di riproporre, ancora una volta, la privatizzazione dell’acqua. La discussione sul pacchetto Monti – che dovrà essere convertito in legge nei prossimi giorni – è la ghiotta occasione per garantire ai grandi gruppi multinazionali dei servizi, veri giganti finanziari, l’apertura del mercato italiano dei beni comuni.

La battaglia parlamentare si sta giocando sull’articolo 25 del decreto Monti, che ha dato seguito agli ultimi provvedimenti sulla privatizzazione dei servizi pubblici locali del governo Berlusconi. Qui si parla di cultura, di trasporto, di reti e di acqua. Servizi che le stesse grandi corporation chiamano “l’essenziale per la vita”. Per ora nelle due sedute della commissione Bilancio del Senato questo nodo cruciale non è stato ancora affrontato. I lavori di discussione degli emendamenti proseguirà nei prossimi giorni.

La complessa legge sulle liberalizzazioni ha la struttura di una matrioska. Per quanto riguarda i servizi pubblici locali le norme rimandano sostanzialmente al decreto sviluppo del governo Berlusconi, che a sua volta richiama il pacchetto anticrisi varato il 13 agosto. Come dei novelli alchimisti, i senatori hanno dato sfogo alla fantasia, colpendo virgole, singole parole, pezzi di frasi che apparentemente sembrano innocue. In realtà all’interno delle centinaia di pagine depositate in commissione Industria ci sono vere e proprie trappole mortali. E, spesso, incostituzionali, considerando che su questo tema si è svolto un referendum popolare.

Degni di nota sono tre emendamenti, che puntano alla privatizzazione forzata dell’acqua. L’articolo quattro del decreto 138 di Ferragosto introduceva in sostanza l’obbligo per i comuni di cedere ai privati le aziende ancora pubbliche incaricate di gestire i servizi pubblici. In quell’articolo, nell’ultimo comma, il governo escludeva però il servizio idrico dalla ventata di privatizzazioni. Almeno tre emendamenti presentati oggi in Senato puntano ad eliminare questa esclusione, con il conseguente obbligo di cessione della gestione degli acquedotti ai privati.

Particolarmente attivo in questo senso è il senatore del Pdl Enzo Ghigo, firmatario degli emendamenti 25.62 e 25.119. Nel primo emendamento, Ghigo gioca con le parole, parlando di liberalizzazione del servizio idrico, per evitare la parola privatizzazione, da attuare – scrive – “solo qualora l’iniziativa pubblica non risulti idonea a garantire i bisogni della comunità”. Nell’emendamento 25.119 il discorso è invece più diretto: il comma 34 dell’articolo quattro sulle privatizzazioni – richiamato e incluso nel decreto Monti – viene radicalmente cambiato, eliminando l’esclusione dell’acqua dall’obbligo di cessione ai privati. In sostanza si ripropone tout court la legge Ronchi-Fitto, il cui articolo 18bis è stato abrogato dalla consultazione referendaria.

Punta al sodo il senatore del Pd Enrico Morando, firmatario dell’emendamento 25.0.2. Nel testo si chiede l’inserimento di un nuovo articolo nel decreto sulle liberalizzazioni, il 25 bis. Obiettivo dichiarato è la revisione della tariffa dell’acqua, reintroducendo – con altre parole – almeno parte della remunerazione del capitale investito abrogata dal secondo quesito dei referendum di giugno.

Morando, nel testo presentato al Senato, chiede di riconoscere ai gestori il “costo finanziario della fornitura del servizio”, mantenendo sempre e comunque “l’equilibrio economico finanziario” della gestione. Ovvero i due pilastri del sistema privato dell’acqua. E’ firmato dal senatore Daniele Bosone, Pd, un altro emendamento che ripropone una norma contenuta nella bozza del decreto Monti, poi cassata dopo l’opposizione del movimento per l’acqua pubblica. L’emendamento 25.105 prevede in sostanza che i servizi idrici possono essere gestiti solo da società di capitale, azzerando di fatto l’esperienza della giunta De Magistris, che nei mesi scorsi ha deliberato la creazione di un ente non economico – Abc Napoli – per sostituire la Arin Spa nella gestione dell’acqua.

lunedì 13 febbraio 2012

.........e quattro!

Marco Doria
Marco Doria, candidato targato SEL e sponsorizzato da Don Gallo
Dopo Pisapia, Zedda e l'IDV De Magistris, auguriamo a Marco Doria di vincere il Comune di Genova.
Questo dimostra che l'era dei partiti obsoleti, come dice Beppe Grillo, e parrucconi come diciamo noi, è ormai finita: nelle prossime elezioni vinceranno i volti nuovi dei movimenti e dell'associazionismo.
Anche a Borgomanero abbiamo un volto nuovo da proporre; non appartiene all'apparato politico lontano dalla gente comune, ma parla il linguaggio pratico e semplice dei volontari e di coloro che ancora sognano un paese migliore.
Coraggio Manuel, ce la puoi fare, sei giovane, colto e hai un cuore  grande così!!


 


Condividiamo l'opinione di Antonio Di Pietro

eternit Non deve restare unoasi di giustizia nel desertoLa sentenza emessa oggi al processo di Torino contro i vertici della Eternit è un atto di civiltà di importanza storica per il nostro Paese e per il mondo intero. Non restituirà le vittime ai loro familiari ma crea una speranza per il futuro.
Per la prima volta sono stati condannati per il reato di disastro ambientale doloso e omissione dolosa di cautele i massimi vertici di un’azienda responsabile di migliaia di morti, il miliardario svizzero Stephan Schmidheiny e il barone belga Louis de Cartier.
Per anni questi padroni fatto lavorare i loro operai senza nemmeno avvertirli del rischio mortale che correvano stando a contatto con l’absesto, il materiale venefico contenuto nell’amianto. Per mantenere alti i loro profitti hanno steso una cortina di silenzio che ha moltiplicato il numero delle persone esposte al veleno.
Mi auguro che abbiano la decenza di non dire una parola tutti quegli esponenti del centrodestra che oggi stanno cercando di rifarsi una verginità appoggiando il governo Monti ma ieri, per salvare il loro capo, erano pronti a votare quel processo breve (leggi prescrizione breve) che avrebbe messo fortemente a rischio anche il processo che si è concluso oggi.
Anche così, del resto, le vittime degli stabilimenti di Bagnoli e di Rubiera non hanno potuto ottenere giustizia perché nel loro caso il reato è stato prescritto e l’ingiustizia che subiscono offende le nostre coscienze.
Mi auguro anche che questa sentenza storica non resti un’oasi di giustizia nel deserto dell’ingiustizia sociale. Ci sono molti altri casi simili in Italia, a partire da quello dell’Ilva di Taranto, e molte migliaia di lavoratori corrono ogni giorno gravissimi rischi. Bisogna intervenire con la massima urgenza e severità, facendo rispettare le leggi che ci sono e varandone di nuove, come quelle che abbiamo presentato in materia noi dell’IdV. Solo così riporteremo in Italia un po’ di rispetto per la vita e la salute dei lavoratori.

 

martedì 7 febbraio 2012

"Ogni scarrafon'è (b)bello a mammà soja".

Il posto fisso per Monti è monotono
Ma la figlia del ministro Fornero ne ha due
Silvia Deaglio, 37 anni, risulta professore associato alla facoltà di Medicina dell’Università di Torino. Il secondo impiego è quello di responsabile della ricerca presso la HuGeF, una fondazione attiva nel campo della genetica
Il ministro del Lavoro che ha un figlia con doppio lavoro e per giunta nella stessa università torinese di mamma e papà. Silvia Deaglio, 37 anni, risulta così ricercatrice in oncologia e professore associato alla facoltà di Medicina dell’Università di Torino. Il secondo impiego è quello di responsabile della ricerca presso la HuGeF, una fondazione attiva nel campo della genetica, genomica e proteomica umana.

La figlia del ministro ha preso a insegnare medicina, a soli 30 anni, proprio nella stessa università in cui insegnano economia il padre Mario e la madre neoministro.

Ma anche l’altro posto fisso che affligge Silvia è sotto tiro. Dietro l’incarico presso la “Human Genetics Foundation” ci sarebbe ancora lo zampino di mamma. Solo perché la fondazione è stata creata dalla Compagnia di San Paolo di cui la Fornero era vicepresidente, dall’università di Torino in cui insegnano i genitori e dal Politecnico di Torino il cui rettore era nel consiglio direttivo della Fondazione, fino a che non è diventato ministro dell’Istruzione con il nome di Francesco Profumo. Sarà che Torino è piccola. E che – come scrive Dagospia – la figlia del ministro è “l’incarnazione del ceto accademico-bancario della sinistra liberale sabauda” (e lei, per non smentire l’alto lignaggio, ha sposato un alto dirigente di banca, Giovanni Ronca, già responsabile dell’area Nord–ovest di Unicredit). Ma queste son chiacchiere da bar, gossip, tutto fumo.

Per diradare nebbie e dubbi bisogna scorrere tutto il curriculum senza fermarsi all’intestazione. Si scopre allora che Silvia il suo successo lo merita tutto quanto perché è una calamita di fondi pubblici e privati, un prodigio della natura nel finanziare la ricerca. Soprattutto la propria. In un Paese che investe in questo campo meno dell’1% del Pil Silvia Deaglio è riuscita a ottenere dai ministeri della Salute e della Ricerca quasi un milione di euro in due anni (500mila nel 2008, 373.400 e 69mila nel 2009). Le briciole arrivano dalla Regione Piemonte con finanziamenti a progetti per 12mila e 6mila euro. Altrettanto frenetica l’attività di ricerca fondi per il secondo posto fisso, dove l’intervento delle “alte sfere” è palese. La Compagnia di San Paolo, quella “vicepresieduta” dalla mamma, nello stesso biennio ha finanziato a Silvia un progetto di ricerca da 120mila euro divisi in due trance da 60mila. Nel 2010 la fondazione “Human Gentics Foundation”, creatura della Compagnia stessa, ha garantito il posto da responsabile di unità di ricerca affidandole un progetto da 190mila euro. Silvia, alla fine dei conti, è una donna da un milione e mezzo di euro. A fronte di tutto questo ha pubblicato su Blood, la bibbia mondiale della ricerca sulle malattie del sangue.

sabato 4 febbraio 2012

Il Circolo SEL "Peppino Impastato" aderisce all'iniziativa di:

 

Associazione Nazionale Partigiani d’ Italia

Sezione “ Oreste Pajetta “ Taino


Con il patrocinio di:  Associazione Culturale “ Elvira Berrini Pajetta”


68° Anniversario della Battaglia di Megolo

L’ A.N.P.I di Taino parteciperà alle manifestazioni per il 68° Anniversario della Battaglia di Megolo che si svolgeranno a Omegna e a Megolo domenica 12 febbraio 2012.
Comunicare le adesioni a :

ü Pino Silocchi 0331 956612
ü Tullio Berrini 0331957362
ü Natalina Pizzetti, Centro Bielli
ü Elio Ghiringhelli 335 6059509
ü Lia Barbazza 0331 956114

Ore 8,00:  partenza in pullman da Piazza Pajetta.

Ore 8,30:  a Maggiate deposizione omaggio floreale alla  lapide in ricordo di Antonio Sist.
Ore 9,00:  a Omegna S.Messa nella parrocchiale di S.Ambrogio a ricordo dei caduti.
Ore 10,00: partenza corteo da Piazza Beltrami e omaggio floreale ai monumenti.
Ore 11,00: al Teatro sociale orazione ufficiale
Ore 12,45:  Pranzo a Villa d’Ossola presso il ristorante ”Serenella”.
Ore 15,00: A Megolo, Commemorazione,visita al cippo del Cortavolo per chi lo desidera.  Deposizione omaggio floreale sulla tomba di Gaspare Pajetta.
Ore 17,00: ad Anzola  deposizione omaggio floreale  in  ricordo  di Riccardo Mira d’Ercole.

La quota di partecipazione, comprensiva del pranzo è di 35 €.
PRANZO presso il ristorante La  Serenella, Via Rovaccio, 45, Villadossola
Tel. 0324.512886  www.laserenellavilladossola.it
Il Direttivo dell’ A.N.P.I tainese si augura una calorosa presenza alla manifestazione, come di consueto.
A tutti i partecipanti un cordiale arrivederci a domenica 12 febbraio.
  
Per info e  adesioni contattate Rino cell: 3936521024 
Si  assicura per la partenza un punto di ritrovo anche a Castelletto 

giovedì 2 febbraio 2012

Dal posto fisso al posto fesso

Il freddo siberiano, il Buran, che avvolge questo povero paese è perfino tiepido se paragonato allo humor di Monti.
 
Una volta c’erano le annunciatrici, oggi c’è Mario Monti. Finisci di lavorare, metti a letto i bambini e quando accendi la televisione per tirare finalmente il fiato ti trovi sempre davanti lui. Immancabile. Che ti annuncia catastrofi con il suo humour islandese. Altro che politici, questi tecnici te li ritrovi in Tv a ogni piè sospinto, per evitarli non ti restano che le aste di orologi e i film porno.

Il posto fisso, dunque… una noia. Una zavorra. E pensare che a me invece pareva una conquista. Ma se lo dici ti guardano tutti come una specie di brontosauro. All’estero, ti rispondono, la flessibilità ormai è una religione. Siete sicuri… e la Francia? E la Germania che pure è la locomotiva d’Europa? No, impossibile avanzare dubbi. Il posto fisso è la causa di tutto, anche del buco nell’ozono.

Già “all’estero”… ma se all’estero ci sarà pure la flessibilità, ci sono anche agenzie di collocamento (come in Danimarca) che si prendono cura dei disoccupati, cercano seriamente un posto (e spesso lo trovano) e si occupano dell’aggiornamento di chi è senza lavoro.

All’estero ci sarà la flessibilità, ma esistono indennità che consentono di guardare con meno terrore ai periodi di disoccupazione.
All’estero ci sarà la flessibilità, ma soprattutto è meno diffusa la piaga della raccomandazione. Chi merita un posto di lavoro sa che potrà trovarlo. E fa carriera chi se lo merita davvero.
All’estero ci sarà la flessibilità, ma non è così diffusa la piaga del lavoro nero che di fatto ha reso i giovani italiani già molto più flessibili dei loro colleghi stranieri.
All’estero ci sarà la flessibilità, ma i concorsi pubblici sono più trasparenti e non accade come, per dire, nelle università italiane dove tante cattedre finiscono a parenti e amici che sono docenti a trent’anni. E anche meno.
All’estero ci sarà la flessibilità, ma non c’è la corruzione che mina la competizione tra le imprese e provoca un danno all’economia ben maggiore del posto fisso.
All’estero ci sarà la flessibilità, ma le imprese investono in ricerca e sviluppo molto più che in Italia.

Ecco, quando tutti questi nodi saranno risolti si potrà anche parlare del posto fisso. Ma chissà, forse a quel punto ci accorgeremmo che non sarebbe nemmeno più necessario intaccare le tutele per i più deboli.

È più facile, però, cominciare ad attaccare l’anello più debole. Addirittura annunciando le riforme dalla televisione… e non importa delle tensioni e dell’allarme sociale che si possono suscitare. Viene quasi da rimpiangere le barzellette di Berlusconi…

Vedrete, alla fine andrà così: addio alle tutele che abbiamo in Italia, senza le garanzie che hanno all’estero. Insomma, dal posto fisso passeremo al posto fesso.