venerdì 30 dicembre 2011

Al signor Presidente del Consiglio dei Ministri Senatore Mario Monti


Fra i problemi insoluti che ha ricevuto in eredità dai Governi che l’hanno preceduta c’è la decisione se acquistare o no dalla Lockheed Martin Aeronautics 131 Joint Strike Fighter 135. Costo della operazione 30.000.000.000.000 delle vecchie lire (sempre che il costo non sia aumentato).
Lei è stato chiamato a presiedere il Governo in un momento in cui il Paese deve affrontare – per risolverli – grandi ed indilazionabili problemi: rilanciare lo sviluppo economico, dare una speranza di futuro e di dignità (lavoro) a milioni di giovani e di donne e a quella schiera sempre crescente di padri di famiglia espulsi, non per colpa loro, dal processo produttivo, abbattere il debito pubblico e riequilibrare i conti: garantendo a tutti i cittadini una condizione di vita dignitosa.
Spendere quella enorme somma per acquistare 131 F 35 significherebbe andare nella direzione opposta. Significherebbe non lavorare per uscire dalla crisi ma aggravarla  ulteriormente.
E poi, perchè?
Perchè comprare 131  F 35 che, come Lei sa, sono cacciabombardieri - attrezzati anche con armi nucleari - da impiegare  “a supporto ravvicinato alle forze di terra in teatri altamente sensibili come quelli urbani.”  e che servirebbero, quindi, unicamente  per andare ad ammazzare persone inermi ed innocenti ed a distruggere case, ospedali, scuole, fabbriche?
No, signor Presidente, nel momento in cui si chiedono ai cittadini sacrifici da “lacrime e sangue” questa sarebbe una scelta socialmente e civilmente incomprensibile ed inaccettabile.
Quei 30.000.000.000.000 se investiti nella ricerca scientifica, nella scuola, nella università, in progetti di sistemazione idrogeologica in un Paese in cui basta che piova perché si determinino frane, crolli, morti, possono essere un contributo  a rendere “possibile” la riuscita di quel compito immane che il Paese ha dinnanzi.  Non certo se utilizzati per acquistare 131 F 35.
Per queste ragioni e con la convinzione che la Pace sia un valore assoluto e che senza Pace non può
esservi progresso, chiediamo che il Governo assuma formale decisione di non acquistare gli F 35

venerdì 16 dicembre 2011

E' iniziata la raccolta firme contro gli armamenti. Cerca il banchetto SEL e firma anche tu

Bentornato, Francesco!

Emergency
Francesco Azzarà

Francesco è libero!


Oggi alle ore 16 abbiamo avuto conferma ufficiale che Francesco Azzarà è tornato a essere un uomo libero.
Francesco era stato rapito il 14 agosto scorso a Nyala, in Darfur, dove lavorava presso il Centro pediatrico di Emergency.

Per noi di Emergency è un giorno di festa. Vogliamo condividerlo con Francesco, con la sua famiglia che per 124 giorni ha dimostrato grande forza e fiducia nel nostro operato e nel lavoro delle autorità sudanesi impegnate per la sua liberazione e con tutti coloro - privati cittadini e istituzioni - che in questo lungo periodo hanno manifestato la loro solidarietà a Francesco Azzarà, alla sua famiglia e a Emergency.

Emergency desidera ringraziare le autorità sudanesi per la costante collaborazione.

In questo momento di sollievo, il pensiero di tutti noi di Emergency va alle tante persone - italiane e non - ancora ostaggio dei loro rapitori.

giovedì 15 dicembre 2011

Il razzismo dell'ignoranza

Vi proponiamo un bell'articolo di Angela Vitaliano su quanto triste è diventato questo nostro Stivale.
da "il Fatto Quotidiano" del 15 Dicembre 2011

“Non c’è razzismo vero, ma non ci sono più valori umani. Nessuno ti saluta quando esci di casa”.

Da ieri cercavo dentro di me una risposta all’atroce carneficina di Firenze. A quegli esseri umani che sono stati brutalmente uccisi solo ed esclusivamente per il colore della loro pelle, per molti, da sempre, un peccato originale imperdonabile. Cercavo una risposta che lenisse il senso di profonda vergogna e di sconfortato dolore. E non c’è. Non importa, come dice il sindaco Renzi che Firenze non sia una città razzista. O, come possiamo dire noi, che l’Italia non sia un paese razzista. Perché lo siamo. Lo siamo per ignoranza e povertà è vero, ma lo siamo anche per arroganza e spocchia. Quell’arroganza e quella spocchia che ci fanno sentire sempre migliori di altri, superiori agli altri. E continuiamo a vivere di rendita, sull’immagine di un paese ospitale che sorride all’altro, che lo accoglie e lo sostiene. Un’immagine che Mamadou, nel dire quanto scritto in apertura di questo post, sa bene invece non esistere più perché, per tanta parte, il nostro dolente paese si è trasformato in uno stivale triste e senza la speranza del futuro.

Qualche giorno fa parlavo con una mia amica afro americana, qui a New York, che prima viveva in Georgia. Mi ha detto: “non che siano razzisti in senso stretto, ma attuano una segregazione politicamente corretta: ogni etnia per i fatti suoi, quasi ignorandosi”.

Ecco, più o meno quello che si fa in Italia. Ognuno per i fatti suoi. Silenziosamente razzisti, quando non si esplode nella follia di Torino o di Firenze. E ci si sente tanto “in pace con se stessi” se si scambia qualche parola con colui che, a prescindere da ciò che fa, chiamiamo “vu cumpra’”. Se restiamo seduti in autobus accanto ad uno di “loro”, se quando lavorano per noi gli diamo i nostri abiti smessi o se addirittura ci spingiamo a una conversazione di tanto in tanto. Ci sentiamo, insomma, in pace con noi stessi se li “accettiamo” senza accorgerci che in quel verbo c’è tutto il segno del nostro strisciante razzismo.

Vorrei un mondo in cui gli esseri umani si guardassero negli occhi e si piacessero (o dispiacessero) senza nemmeno accorgersi della loro pelle, delle loro preferenze sessuali, dei loro stupidi passaporti. E’ un sogno, lo so. E non sono nemmeno il dottor King ma almeno non vorrei sentire l’offesa di chi si difende dall’essere definito razzista.

Se solo accettassimo l’evidenza del fatto che siamo invasi dall’ignoranza, dall’assenza di valori e, per questo, dal disinteresse verso l’altro, forse potremmo guarirne.

Invece ci consoliamo dicendo “ma non siamo tutti così “. Certo che non lo siamo. Ma non siamo più la maggioranza. Ne sono dolorosamente sicura.

martedì 13 dicembre 2011

Fra non molto il professor Monti, luminare di medicina finanziaria, dirà in conferenza stampa:
" L'operazione è riuscita, ma il paziente è morto"
Indovinello : " Chi è il paziente?"
Se non siete in grado di darvi una risposta subito, pazientate qualche giorno e la risposta biblicamente "verrà a voi".

lunedì 12 dicembre 2011

Sic leones sunt!

Non si può affidare la soluzione dei problemi finanziari a coloro che questa crisi hanno generato: i professori bocconiani arrivano proprio da quel mondo della finanza che hanno giocato con le sorti dei paesi europei, come la Grecia, il Portogallo e ora l'Italia.
Sono i loro simili, lg. Mario Draghi, che hanno venduto i titoli spazzatura agli stati e ora siedono chi alla BCE, chi a capo di qualche paese europeo, e l'indovinello ha una facile risposta.
La politica ha abdicato, ma ha determinato, con ricatti, una nuova strategia di autoconservazione. Tutto questo con il placet di Napolitano, altro che Re Giorgio!
Siamo proprio sicuri che vogliamo barattare l'equità e la giustizia sociale con la sobrietà di maniera e il rigore che risulta immorale perchè chiede che questa crisi la paghi la gente onesta, i pensionati da mille euro, i giovani che non avranno sufficiente tempo per sostituire i loro genitori nel mondo del  lavoro?
Ci piacerebbe ancora una volta porre questa domanda al PD? oppure dovremo arrenderci all'idea che l'ideologia è superata in nome del potere e ...della finanza?
Meditate!

domenica 11 dicembre 2011

Le donne non piangono, se non sono d'accordo, decidono altrimenti

Per rendere piu equa una manovra iniqua

Riteniamo di condividere pienamente le chiare proposte di Antonio Di Pietro, ci domandiamo ancora quale sarà la posizione del PD: la foto di Vasto rischia di essere ormai un ricordo sbiadito

Se Monti non vuole fare orecchie da mercante deve accettare le modifiche presentate negli emendamenti dell'Italia dei Valori alla sua manovra.
Proposte di merito, per ridurre le spese militari, far pagare l'ICI agli immobili commerciali della Chiesa, ridurre gli sprechi e i costi della Casta, combattere l'evasione fiscale, riavviare lo sviluppo del Paese. Misure per rendere più equa una manovra iniqua.
Correzioni indispensabili per far sì che i costi non pesino solo sulla povera gente, sui lavoratori e sui pensionati ma vengano ripartiti proporzionalmente: chi più ha più paghi, compresi coloro che vivono dei privilegi della politica.
Non andremo da nessuna parte se non ci convinciamo che abbiamo una possibilità unica al mondo: ridurre le spese statali inutili (senza toccare il welfare) e consentire di ripartire con maggior impulso verso una nuova fase della società italiana.
E' bene che Monti ascolti le istanze dei cittadini, piuttosto che farsi tirare per la giacchetta dai Terminator ancora presenti in Parlamento. Berluscones che hanno portato il Paese alla rovina e che adesso vorrebbero terminare l'opera.
Postato da Antonio Di Pietro

sabato 10 dicembre 2011

Firma l'appello per il disarmo: www.disarmo.org

Il ricatto di Cicchitto

La decisione del governo Monti di continuare a regalare a Berlusconi le frequenze televisive purtroppo non è per niente incomprensibile.
L'altra  sera, nella trasmissione di Corrado Formigli "Piazzapulita", il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto lo ha detto molto chiaramente: “Se prende decisioni provocatorie come questa, il governo se ne va a casa”.
Già c'è da restare basiti a sentir dire che far pagare le frequenze a chi possiede le tv private è una provocazione.
Ma le cose stanno molto peggio, perché la lista delle decisioni che il Pdl considera provocazioni è bella lunga. Cicchitto, per esempio, ha detto pure che il governo provoca e perde la fiducia anche chiedendo di far pagare l'Imu alla Chiesa per i suoi immobili adibiti a scopo commerciale.
Anche la patrimoniale è una provocazione e pure una tassazione non da burletta sui capitali scudati: non se ne parla nemmeno.
Monti può anche sgolarsi dicendo che vuole lo sviluppo. Siccome però il Pdl fa da sempre l'interesse delle corporazioni, che con il loro egoismo bloccano ogni riforma liberale, non se ne farà niente. E infatti nella manovra finora non se ne parla.
Insomma ammesso e non concesso che questo governo imbocchi davvero la strada dello sviluppo e dell'equità, deve fare i conti con i ricatti, visto che si regge per metà sul voto dei berlusconiani. Questo era il motivo per cui secondo noi dell'Italia dei Valori sarebbe stato molto più saggio, oltre che più democratico, andare subito alle elezioni.
Ma siccome così non è stato possibile, la crisi incalza e il governo per ora c'è, deve almeno fare il proprio dovere nei confronti dei cittadini e dimostrare di non essere più ostaggio di Berlusconi e del Pdl. Come? Prima di tutto proprio indicendo l'asta per le frequenze tv, seguendo ciò che la maggioranza degli italiani esige, checché ne dicano Berlusconi e Cicchitto

giovedì 8 dicembre 2011

La manovra Monti

Servirà questa manovra lacrime e sangue, che penalizza gli onesti, che viene definita "salva Italia", che dovrebbe scongiurare il fallimento del paese Italia, che viene fatta dai professori della Bocconi?
Noi pensiamo che sia una tragica inutilità!
L'Italia è a rischio come lo è stata la Grecia prima di fallire: il paese ellenico è stato un laboratorio per le banche private europee.
Non ci tocca che aspettare " sommessamente e sobriamente "
Fra non molto il professor Monti ci dirà: "L'operazione è riuscita , ma il paziente è morto!"
Meditate!

2 buoni motivi per firmare contro gli F35

Prima di leggere l'articolo di Giorgio Salvetti - INVIATO A CAMERI (NOVARA), noi pensiamo che ci siano almeno  2 buoni motivi per firmare  contro gli armamenti: 
1) pensiamo che un mondo di pace non debba conoscere la parola "armi" 
2)di quei finanziamenti destinati alle armi noi , gente sensata e onesta, sapremmo fare buon uso 
reportage -
NELLA BASE DOVE SARANNO ASSEMBLATI I CACCIA F-35 UN AFFARE DI GUERRA
Cameri OSCURA
Novara non è in Abruzzo. Ecco dove lo Stato preferisce spendere 15 miliardi di euro per finanziare le industrie belliche e per infilarsi in un affare tutto americano. Alla faccia della crisi e della ricostruzione delle zone terremotate. L'opposizione, sull'attenti, risponde «Signorsì»
È la risposta definitiva? Sì. Le commissioni di camera e senato l'8 aprile scorso hanno dato parere favorevole al progetto Jsf. 15 miliardi di euro per assemblare e acquistare caccia bombardieri americani. Altro che terremotati e fondi per uscire dalla crisi. L'Italia preferisce finanziare l'industria bellica e prepararsi a bombardare paesi stranieri alla faccia dell'articolo 11 della Costituzione. L'opposizione? Non esiste. Il Pd in commissione si è limitato a non partecipare al voto e solo la senatrice Negri (Pd) ha optato per l'astensione. Contrari? Nessuno. Il Pd si agita per risparmiare qualche milione di euro e far votare il referendum lo stesso giorno delle europee, ma non dice una parola contro l'acquisto miliardario di aerei da guerra. Non c'è da stupirsi: furono propri i governi del centrosinistra a infilare l'Italia nell'affare militare più grande del secolo, e ora, cornuti e mazziati, è il centrodestra a concludere con successo la partita.

Per un pugno di dollari
Il progetto Jsf (Joint Strike Fighter) ha preso il volo nel 1996. Il costo iniziale previsto solo per sviluppare il programma era di 25 miliardi di dollari. In 12 anni la cifra è raddoppiata. Si tratta della realizzazione di circa 6000 caccia bombardieri F-35 Lightning II, velivoli supersonici, in grado di eludere l'intercettazione radar, in grado di levarsi in volo da portaerei e concepiti per bombardamenti terra-aria. Insomma perfetti per andare a bombardare paesi lontani. Gli Usa ne acquisteranno circa 2.500 entro il 2034. Gli altri saranno venduti all'estero. Solo nell'ultimo anno la spesa per i nuovi caccia è aumentata di 23 miliardi, troppi in tempo di crisi globale, tanto che la corte dei conti americana ha avanzato riserve sul progetto. Tutti questi soldi vanno dalle casse dello Stato alla Lockheed Martin di Fort Woth in Texas. Il primo F-35 è uscito dalla fabbrica nel 2006. I partner stranieri del progetto contribuiscono per 4,8 miliardi di dollari. Con percentuali diverse. L'unico partner di primo livello è la Gran Bretagna che finanzia l'operazione per il 10%. Italia e Olanda con il 5% sono partner di secondo livello. Seguono con l'1% Canada, Turchia, Australia, Norvegia e Danimarca, per pochi milioni partecipano anche Israele e Singapore che saranno acquirenti privilegiati dei nuovi caccia.

Non siamo mica gli americaniNel 1996 fu il ministro della difesa del Governo Prodi, l'ex democristiano Andreatta, a far valere i propri contatti oltreoceano per inserire l'Italia nel progetto Jsf. L'Italia in cambio del proprio appoggio politico e economico avrebbe avuto commesse sostanziose per le proprie industrie militari, Alenia-Finmeccanica su tutte. E si sarebbe presa l'onere e l'onore di ospitare nell'aeroporto militare di Cameri (Novara), la linea di montaggio finale (Faco) più grande al di fuori degli Usa, in pratica uno stabilimento per l'assemblaggio delle parti del F-35. Con un indotto che coinvolge 40 siti industriali in tutto lo stivale. Solo per entrare nell'affare, l'Italia ha sborsato un miliardo di euro, 600 milioni servono per costruire il Faco a Cameri e 12,8 miliardi saranno spesi in rate da un miliardo all'anno fino al 2026 per acquistare 131 F-35 che dovrebbero sostituire i «vecchi» Tornado. I lavori a Cameri inizieranno entro la fine del 2009, lo stabilimento entrerà in funzione nel 2012, e i primi aerei dovrebbero essere pronti a decollare nel 2013. All'inizio un singolo F-35 costava 45 milioni di euro, già oggi il costo è di 91 milioni (+45%) e nei prossimi anni è destinato a decollare. La scelta italiana è stata ratificata dal parlamento nel 1998 sotto il governo D'Alema e nel 2002 con Berlusconi, si è conclusa con la firma a Washington del sottosegretario alla difesa Forcieri (Ds). Dopo il parere favorevole della commissione difesa dell'8 aprile scorso non ci sono più ostacoli.

Cameri oscuraUn vecchio aereo come monumento, un piazzale vuoto, un cancello e chilometri di filo spinato che squarciano il parco del Ticino. L'aeroporto di Cameri ha un profilo basso, nulla di appariscente, eppure occupa un'area molto vasta. A pochi chilometri c'è la caserma Babini, la seconda più grande base per superficie dell'esercito italiano, che fornisce uomini e mezzi alla vicina base Nato di Solbiate Olona sull'altra sponda del Ticino, a due passi dall'aeroporto della Malpensa. Dovrebbe essere un parco e invece è una grande zona militare. Nei boschi si possono vedere le tracce dei cingolati dei carrarmati attraversate dalle lepri. Al di là del muro dell'aeroporto si intravedono i capannoni delle industrie aeronautiche e uno stabilimento nuovo quasi terminato. Si tratta dell'edificio per la manutenzione degli Eurofighters, un altro aereo da guerra, un intercettore di progettazione europea. Quando un anno fa il primo Eurofighters è atterrato a Cameri, si è fatta festa con gli alti gradi dell'esercito. L'aeroporto ha quasi cento anni. Passò dalla cavalleria all'aeronautica ai tempi della prima guerra mondiale. Fino a 15 anni fa serviva alla manutenzione dei Tornado, poi è entrato in letargo. Ora sta per rinascere. Anche se è molto comodo darlo per morto. La popolazione locale lo va a visitare come fosse un parco per famiglie, ci vanno le scuole in gita, si fanno feste di primavera per vedere i jet, in questi giorni sono attesi i soci Coop che per 13 euro vanno a farsi un giretto nella base in tempo di pace. Eppure da Cameri sono partiti i soldati per la prima guerra del Golfo e la Taurinense diretta in Afghanistan. Nessuno sa, o vuole dire, quale sia precisamente lo stato giuridico dell'aeroporto, quanto appartenga all'Italia, quanto alla Nato, quanto ai privati. Non è chiaro neppure quante persone ci lavorano, si dice circa 2000. Con il progetto Jsf, Cameri in pochi anni compie un vero e proprio giro della morte, dallo stato di quiescenza a stazione di manutenzione degli Eurofighters, fino a base di assemblaggio degli F-35. Che ci guadagnano i cittadini di Novara e dintorni? Si è straparlato di 10 mila nuovi posti di lavoro. Ma non è così, persino l'esercito ammette che a Cameri, nel momento di massimo sviluppo, si raggiungeranno forse 600 posti di lavoro, in arrivo da fuori Novara (dall'Alenia di Napoli e Torino).

Affari di guerraAlenia Aeronautica (Finmeccanica) incasserà dallo Stato per gli F-35 722 milioni di euro, Piaggio 88 milioni, l'Oto Melara 141 milioni, la Aermacchi 11 milioni e mezzo. In tutto le ditte italiane che parteciperanno al banchetto sono 29. Un settore, quello bellico, non certo in crisi che non richiede di ulteriori aiutini miliardari dello Stato. Se nel 1995 le armi non tiravano, ora è un vero boom, la riconversione è al contrario. Le industrie belliche italiane nel 2008 hanno guadagnano 4,3 miliardi di euro (+222%) e lo stato italiano è l'ottavo al mondo per spesa in armamenti. Dunque, scarsa ricaduta occupazionale, altissime spese pubbliche e enormi incassi per i privati, per dotarsi di caccia d'attacco americani. L'Italia, in quanto partner di secondo livello, non avrà neppure accesso ai segreti tecnologici delle armi che assembla. Sarà suddita una volta di più degli Stati Uniti, tanto che francesi e tedeschi non hanno nessuna intenzione di far parte dell'operazione che scontenta anche la lobby degli intercettori Eurofigthers di costruzione europea. L'Italia ha già speso 7 miliardi di euro per questi caccia e ora già vuole gli F-35 americani. Un'operazione che lascia molti dubbi anche a militaristi nazionalisti e europei.

Meglio la paniscia?«Nouvelle cousine? No, meglio la paniscia!». Novara è tappezzata da manifesti enormi. Accanto alla scritta leghistoide (la paniscia è un minestrone tipico di Novara) c'è il faccione del presidente uscente della provincia di Novara, Sergio Vedovato (Pd). Un signore che si ricandida alla Provincia dopo aver revocato la delega alla pace all'assessore Marina Fiore (Pdci), colpevole di essersi pronunciata contro gli F-35. I vendoliani del Prc appoggiano il presidente, i ferreriani li seguono. La Cgil traccheggia, qualche singolo dice no ma le segreterie non si pronunciano: il lavoro prima di tutto, anche se è una promessa che non verrà mantenuta e anche se si producono armi micidiali. La regione della presidente Bresso (Pd) tace e acconsente, il comune di Novara a guida Lega-Pdl è entusiasta.
In questo quadro resistono due gruppi di cittadini volenterosi: l'Assemblea No-F35 e la Tavola per la pace che ha incassato l'appoggio del mondo cattolico illuminato, ma ha man mano perso gli interlocutori politici. Nella precedente legislatura aveva raccolto cento firme di parlamentari contrari, ora non ha ricevuto alcuna risposta: non c'è più nessuno disposto a guidare una delegazione che ispezioni l'aeroporto. E i novaresi? Non siamo a Vicenza, l'aeroporto di Cameri non sconvolge il panorama ed è ben integrato, non siamo di fronte a un protesta locale a difesa del proprio territorio (nimbi), è una protesta sanamente antimilitarista. E forse per questo non è ancora decollata. Il 30 maggio a Novara si terrà una manifestazione nazionale, le adesioni sono già numerose. Speriamo che il no agli F-35 prenda il volo.

mercoledì 7 dicembre 2011

Santa ICI, ora pro nobis

"I comuni possono pretendere subito il contributo del Vaticano"
La posizione della Cassazione è chiara: le amministrazioni locali non devono attendere una nuova legge per bussare alle casse della Chiesa, per ora esclusa dal pagamento dalla nuova manovra. Il cardinal Bertone: un problema da studiare
Far pagare l’Ici agli immobili commerciali proprietà di enti ecclesiastici? “È una questione che non ci siamo posti”, ha risposto Mario Monti alla stampa estera. La beata dimenticanza del governo non attenua però l’insostenibilità della situazione, aggravata dal fatto che, proprio mentre non si poneva la questione dei beni con cui la Chiesa genera reddito per sé e le sue mille articolazioni, l’esecutivo tartassava la prima casa degli italiani per un ammontare di 3, 8 miliardi di euro l’anno.

”L’Ici è un problema da studiare e approfondire, però la Chiesa fa la sua parte a sostegno alle fasce più deboli”, ha detto ieri il cardinale Tarcisio Bertone. Il fatto è che questa esenzione non è solo palesemente ingiusta, ma pure contraria all’articolo 108 del Trattato europeo: lo ha stabilito, da ultimo, una sentenza della Corte di cassazione (la 16728 / 2010), anche alla luce del fatto che le norme comunitarie hanno rilievo costituzionale. Cosa significa? A stare ad autorevoli esperti una cosa molto semplice: la Suprema Corte ha stabilito che l’esenzione Ici per gli immobili ecclesiastici che siano usati, anche in parte, per attività di impresa costituisce un aiuto di Stato illegale e quindi i Comuni non devono applicarlo. Insomma, i sindaci volendo potrebbero richiedere il pagamento del maltolto fin da ora.

Conviene fare un piccolo passo indietro. La Chiesa, l’Ici, non l’ha pagata mai: quando il governo Amato introdusse l’imposta, nel 1992, esentò gli immobili degli enti ecclesiastici. Nel 2004, però, successe l’imponderabile: la Consulta bocciò la norma e il governo Berlusconi fu costretto a reintrodurre l’esenzione in tutta fretta. Anche lì la faccenda si complicò: la Ue mise sotto indagine l’Italia (e anche la Spagna per le agevolazioni Iva) per aiuto di Stato e il nuovo governo (Prodi), modificò di nuovo la legge sostenendo che l’imposta fosse dovuta, tranne che per quegli edifici a carattere non “esclusivamente” commerciale. Su quell’avverbio si conduce tutta la battaglia. Che vuol dire? Nessuno lo sa e così l’albergo delle Brigidine a piazza Farnese, centro di Roma, non paga l’Ici e solo metà dell’Ires.

Finito? Macché. La Commissione europea, dopo un ricorso dei Radicali, ha aperto una nuova indagine, il cui esito è ancora sospeso: i funzionari, dice una fonte, hanno già finito il lavoro, che è sfavorevole agli interessi d’Oltretevere, ma la pronuncia ufficiale della Commissione è bloccata “dalle pressioni politiche provenienti dall’Italia”. Non ci si deve stupire: quando l’Ue impose alla Spagna di cancellare le agevolazioni Iva alla Chiesa, il mangiapreti Zapatero si oppose per due anni per poi, quando fu costretto, aumentare la contribuzione diretta dal 4 all’ 8 per mille. In attesa dell’Europa, però, c’è la Cassazione: spiegano i giudici di legittimità che gli aiuti dello Stato – che non siano preventivamente comunicati alla Commissione Ue e da questa approvati – nei confronti di chiunque offra beni e servizi sul mercato vanno considerati illegali, anche se il fattaccio avviene in edifici parzialmente adibiti a luogo di culto (è il problema dell’avverbio “esclusivamente”).

I sindaci dovrebbero dunque chiedere il pagamento dell’Ici agli enti ecclesiastici e i giudici dargli ragione in caso di ricorso. Purtroppo non è così: il comune di Verbania, per dire, lo ha fatto e, dopo aver ottenuto il via libera dalla commissione tributaria provinciale, s’è visto dare torto da quella regionale, sempre per via dell’avverbio. Difficoltà confermata dal presidente dell’Anci Graziano Delrio: “Noi non abbiamo la possibilità di interpretare quali immobili siano palesemente commerciali e quali no: saremmo anche felici di farlo visto che continuano a tagliarci i finanziamenti, ma tanto poi le commissioni tributarie ci fermano…”. E così i Comuni si perdono un bel gettito: a Quartu hanno fatto i conti e scoperto che gli mancano 148 mila euro l’anno. In generale, tra Ici e Ires, si stima che l’erosione del gettito potrebbe arrivare a 1, 5 miliardi, un po ’ troppo per chi contesta la non equità della manovra. D’altronde, nemmeno i sindacati pagano l’Ici.

da Il Fatto Quotidiano del 7 dicembre 2011
SEL ha deciso di iniziare da questo fine settimana un capillare lavoro di informazione sui contenuti della manovra economica del governo Monti e sulle controproposte che avanziamo. Controproposte tese non a migliorare ma a modificare radicalmente un concentrato di iniquità sociali che nulla hanno da invidiare alle manovre proposte ancora nella scorsa estate dal governo Berlusconi.

Con grande senso di responsabilità abbiamo evitato di esprimere giudizi preventivi sulle opzioni programmatiche illustrate da Monti, scontando anche malumori tra molti militanti che da subito avrebbero voluto una posizione di chiara contrapposizione. Riteniamo che tale scelta sia stata corretta e lungimirante e che oggi ci consente di esprimere una contrarietà non aprioristica. L’equità o il suo contrario non si misurano da chi fa le proposte ma dai contenuti materiali delle stesse.

Noi non ravvisiamo grande equità in una manovra che incide in modo pesante solo su una parte della popolazione. L’elevazione della età pensionabile, il taglio ai rendimenti pensionistici con l’estensione per tutti del sistema contributivo, la non rivalutazione delle pensioni che superano di poco i 900 euro, l’aumento della tassazione indiretta anche sui generi di prima necessità, l’ulteriore taglio alla spesa sanitaria da compensarsi con l’aumento dell’IRPEF regionale, la rivalutazione catastale degli immobili applicata in modo eguale ai mini appartamenti e ai grandi patrimoni immobiliari, l’ennesimo taglio alla finanza locale – con la conseguente riduzione dei servizi erogati dai comuni, non sono certo leniti dalle lacrime della ministra Fornero.

Chi per l’ennesima volta non sarà chiamato a risanare l’economia del paese è quella parte consistente della popolazione che, pur in una fase di recessione economica, ha visto crescere in modo esponenziale la sua ricchezza. Nessuna traccia di tassazione sui patrimoni e men che meno sulle rendite finanziarie, l’una tantum del 1% sui capitali che hanno usufruito dello scudo fiscale, mantenimento delle esenzioni ICI per i soggetti sinora esentati, nessun intervento di riduzione delle spese militari, nessun accenno alla rimozione dei provvedimenti adottati dal governo Berlusconi, compreso quello relativo ai licenziamenti facili, un silenzio complice e connivente nei confronti di un gruppo industriale come la FIAT che sta smantellando le regole fondamentali della rappresentanza democratica dei lavoratori (oltre che il loro diritto ad avere un contratto nazionale) sono la misura della iniquità sociale della manovra Monti.
Utilizzando le parole della Segretaria della CGIL Camusso questa manovra “risana il paese ma uccide le persone”.

martedì 6 dicembre 2011

Forse la Fornero piangeva per la vergogna!

Monti in televisione: “Sulla manovra gli italiani capiranno”
“Ho invitato tutti a considerare che questa operazione di rigore, equità e crescita chiedeva sacrifici. Ma l’alternativa non era quella di andare avanti come niente fosse, ma quella di correre il rischio che lo Stato non potesse pagare stipendi e pensioni”: parola di Mario Monti che, ospite di Porta a Porta, ha esordito così per spiegare la manovra finanziaria. Il presidente del Consiglio, inoltre, ha fatto il punto sulle reazioni del Paese. ”In passato ci sono stati scioperi, anche generali, per molto meno. Francamente capisco la reazione ma invito anche tutti a pensare cosa sarebbe accaduto al lavoro e alle pensioni senza questo intervento” ha detto il premier, riferendosi alle proteste annunciate dai sindacati. “Con i mezzi che ci erano dati – ha aggiunto – abbiamo comunque fatto molta più redistribuzione di quanto non si sia mai fatto. Gli italiani capiranno e noi spiegheremo le nostre decisioni”.
 
Ma di quali italiani sta parlando? del 10% della popolazione che detiene il 50% delle ricchezze? Quelli capiranno benissimo!
Per una manovra così, bastava Berlusconi con coraggio: la morale è che il lavoro sporco lo sta facendo Monti e il suo governo e che noi non avremo più bisogno dei politici, che si sono fatti scippare il ruolo istituzionale...e allora aboliamo totalmente la loro persenza e i loro benefits!

domenica 4 dicembre 2011

ore 20:17: è l'ora della medicina "Montilax"

E' arrivata l'ora della superstangata: il Premier parla finalmente agli Italiani dopo aver avuto il placet dalla Germania

giovedì 1 dicembre 2011

Il bel tacer non fu mai scritto

La nuova parola d'ordine è sobrietà  e in nome di questa condizione ritrovata dopo anni di vergogna e irresponsabilità, sembra che non possiamo più dire nulla sui provvedimenti che prenderà il governo Monti.
In nome di questa condizione mentale ritrovata, che farà il PD? Pagheranno sempre gli stessi, quelli che hanno lavorato 40 anni e dovranno lavorare ancora? oppure quelli che hanno sempre contribuito al benessere di questo povero paese, pagando tasse e imposte senza batter ciglio, pancia a terra e capo chino? oppure coloro che hanno onestamente condotto una vita eticamente e civilmente corretta?
Non è sufficiente solo  dire sobrietà e equità come un mantra: bisogna bonificare! Con il silenzio del governo sui provvedimenti che peseranno sui soliti noti, ci hanno zittiti tutti.
Quindi a chi osa alzare la testa , "silenzio , non disturbate la finanza!"

Scusate il silenzio! abbiamo il timore che il peggio debba ancora arrivare.

Cari tecnici, questa
è una guerra
Un gelido, ma salutare bagno di realismo. Ecco cosa rappresentano i blitz antimafia e anticorruzione di Milano e Brescia, con il corollario di politici calabresi e lombardi ladri, di magistrati collusi e di rifiuti tossici utilizzati per pavimentare le nuove autostrade della cosiddetta Padania. Da Nord a Sud, un pezzo importante del Paese è marcio. E, di fatto, è quello che è al potere quasi ovunque, dai partiti agli ordini professionali, dalle pubbliche amministrazioni alle società controllate dallo Stato.

Pensare che con le dimissioni di Silvio Berlusconi, il peggior presidente del Consiglio degli ultimi 150 anni, l’Italia si sia finalmente avviata sulla strada del risanamento, è da ingenui. Questa era e resta Gomorra. La corruzione continua a costare ai contribuenti 80 miliardi l’anno, le mafie continuano a fatturarne almeno 150. Il nuovo governo dei professori, se davvero vorrà tenere fede alle promesse “rigore ed equità” del premier Mario Monti (al quale, fino a prova contraria, crediamo), dovrà passare anche da qui. Istituendo la confisca obbligatoria dei beni dei corrotti, il monitoraggio dei patrimoni dei dipendenti pubblici, facendo finalmente ratificare le convenzioni internazionali sul traffico d’influenze: il reato, non ancora previsto dal codice, che più spesso commette la nostra classe dirigente mettendosi al servizio di imprese e/o cosche.

Proprio ieri, tra i nomi dei tanti politici milanesi in rapporti con il clan Lampada, dalle carte ne è saltato fuori uno noto alle cronache: un ex assessore provinciale assolto appena 15 giorni fa, su richiesta del pm, proprio perché la legge non permetteva di punire le sue relazioni con gli Strangio. Monti però dovrà fare anche di più e di meglio. Dovrà spingere alle dimissioni il suo neo-sottosegretario alla Difesa, l’ex manager del gruppo Ligresti Filippo Milone. Un condannato per reati contro la Pubblica amministrazione nell’esecutivo che deve cercare di salvare il Paese non è solo un esempio sbagliato. È un insulto agli italiani. Che nella loro maggioranza, ricordiamocelo tutti, restano onesti. E l’equità non la pretendono: la meritano.

Il Fatto Quotidiano, 1 dicembre 2011

lunedì 14 novembre 2011

LAVORO E SOCIETA' FLC CGIL ci informa

"In Italia, data la maggiore influenza avuta dalla cultura marxista e la quasi assenza di una cultura liberale, si è protratta più a lungo, in una parte dell’ opinione pubblica e della classe dirigente, la priorità data alla rivendicazione ideale, su basi di istanze etiche, rispetto alla rivendicazione pragmatica, fondata su ciò che può essere ottenuto, anche con durezza ma in modo sostenibile, cioè nel vincolo della competitività. Questo arcaico stile di rivendicazione, che finisce spesso per fare il danno degli interessi tutelati, è un grosso ostacolo alle riforme. Ma può venire superato. L’abbiamo visto di recente con le due importanti riforme dovute a Mariastella Gelmini e a Sergio Marchionne. Grazie alla loro determinazione, verrà un po’ ridotto l’handicap dell’Italia nel formare studenti, nel fare ricerca, nel fabbricare automobili."Mario Monti, da un editoriale sul Corriere della Sera, 2 gennaio 2011

meditate

domenica 13 novembre 2011

Dieci domande a Mario Monti

 

pubblicata da PUGLIAmo l'Italia: NICHI VENDOLA candidato premier 2013 il giorno domenica 13 novembre 2011 alle ore 10.36


1) Senatore Monti, il 2 gennaio scorso in un editoriale sul Corriere della Sera lei ha parlato dell'"illusionismo marxista" criticando "la priorità data alla rivendicazione ideale, su basi di istanze etiche, rispetto alla rivendicazione pragmatica", plaudendo alle "due importanti riforme dovute a Mariastella Gelmini e a Sergio Marchionne" e affermando che "grazie alla loro determinazione, verrà un po' ridotto l'handicap dell'Italia nel formare studenti, nel fare ricerca, nel fabbricare automobili".

Pragmaticamente, lei pensa che l'abbandono del massimalismo ideologico in favore di un sano realismo debba applicarsi anche a chi teorizza l'autoregolazione del mercato, l'assenza di regolee di stato come motore dello sviluppo, i sostegni statali alle banche come puntelli dell'economia e altre teorie economiche neoliberiste che non hanno finora trovato riscontro nella realta' dei fatti?

2) Sempre per le affermazioni di cui al punto 1, non crede che le sue dichiarazioni di obsolescenza dello statuto dei lavoratori e del sistema di diritti precedente agli accordi FIAT di Pomigliano sia una visione squisitamente politica e a suo modo "schierata", ben lontana dall'immagine di "tecnico super partes" che le e' stata attribuita dagli organi di informazione?

3) Senatore Monti, a quanto risulta lei continua a ricoprire il ruolo di membro del "Research Advisory Council" del "Goldman Sachs Global Market Institute". Proprio la Goldman Sachs, secondo i dati diffusi da Milano Finanza, avrebbe innescato "l'ondata di vendite di Btp italiani, poi seguita dagli hedge fund e dalle altre banche d'oltreoceano".

Non pensa che i rapporti pregressi con questa banca d'affari, descritta dalla stampa specializzata come protagonista delle speculazioni sui titoli di stato italiani, possano legittimare le ipotesi di un conflitto di interessi tra il suo ruolo di consulente al servizio di una banca privata e il ruolo di garante della tenuta economica nazionale che un Presidente del consiglio e' chiamato a ricoprire nell'interesse di tutti i cittadini?

4) Senatore Monti, la Costituzione Italiana, al secondo comma dell'articolo 59, prevede che "il Presidente della Repubblica può nominare senatori a vita cinque cittadini che hanno illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario".

E' noto a tutti il suo ricco curriculum nei settori dell'economia, della finanza e della politica europea. Non sono noti tuttavia i suoi successi in campo sociale, artistico e letterario, e la sua attivita' scientifica sembra limitata allo sviluppo del modello di Klein-Monti, che secondo quanto riportato da Wikipedia "descrive il comportamento di una banca in regime di monopolio, risultato degli studi paralleli di Monti e del premio Nobel Lawrence Klein".

Lei crede che questi studi, comparabili a molti altri lavori realizzati da ricercatori ed economisti italiani, siano stati gli "altissimi meriti nel campo scientifico" che le hanno valso l'ingresso nel Senato della Repubblica?

Oppure le cause fondanti della sua nomina sono legate acircostanze diverse dai suoi meriti scientifici, e alla necessita' diimboccare una "scorciatoia" forzando l'istituto costituzionaledei senatori a vita per mettere al governo in tempi rapidi e senza passare dalla "formalita'" delle elezioni una persona percepita come affidabile dagli operatori dei mercati finanziari?

In questa seconda ipotesi, quali sono secondo lei le condizioni che possono legittimare agli occhi di una opinione pubblica sempre piu' distante dalla classe politica un governo guidato da un senatore di fresca nomina che non ha mai ricevuto neppure un voto dai cittadini italiani?

5) Senatore Monti, il 26 settembre scorso davanti alle telecamere de "La7", lei ha dichiarato che "stiamo assistendo, e non e' un paradosso, al grande successo dell'euro, e la manifestazione piu' concreta del grande successo dell'Euro e' la Grecia".

Alla luce dei successivi sviluppi della situazione politica ed economica in Grecia, delle conseguenti tensioni sociali e della recente crisi di governo, lei conferma l'opinione espressa in quella circostanza oppure ci sono delle nuove considerazioni da fare per valutare le conseguenze della perdita di sovranita' monetaria dei paesi dell'area euro in tutti i loro aspetti?

6) Senatore Monti, lei e' stato il primo presidente del Bruegel, un prestigioso "think tank" economico basato a Bruxelles, oltre ad essere membro della "Commissione Trilaterale" fondata dal magnate David Rockefeller.

Cosa risponde ai critici che in virtu' della sua appartenenza a questi gruppi vedono in lei un "alfiere del neoliberismo", temendo che anche in Italia la BCE e il Fondo Monetario Internazionale si appoggino a lei per introdurre politiche spinte di deregulationfatte di privatizzazioni dei servizi pubblici, smantellamento dello stato sociale, compressione dei diritti in nome della competitivita', aumento delle disuguaglianze tra classi sociali,allargamento della forbice tra ricchi e poveri (l'ISTAT segnala gia' un 10% di italiani sotto la soglia di poverta' relativa), e altre iniziative redditizie per i mercati ma dalle conseguenze potenzialmente devastanti per i cittadini, che con il nome di "aggiustamenti strutturali" hanno gia' danneggiato le economie di molti paesi dell'Africa e dell'America Latina?

7) Senatore Monti, in merito alla sua esperienza come Commissario europeo per la Concorrenza, molti commentatori le riconoscono il merito di aver fatto applicare le regole europee della concorrenza perfino alla Microsoft, una delle piu' grandi e ricche aziende del mondo, capace di mettere in difficolta' perfino le piu' autorevoli istituzioni antitrust statunitensi.

Le chiedo quindi quali provvedimenti ritiene opportuno adottare relativamente all'abuso di posizione dominante nel settore televisivo dell'azienda Mediaset, aggravato da ripetute e indebiteingerenze nel servizio pubblico televisivo di esponenti politici riconducibili a Mediaset (a cominciare dallo stesso Presidente del Consiglio uscente).

Tali ingerenze sono ampiamente documentate con atti giudiziari e intercettazioni telefoniche che dimostrano al di la' di ogni ragionevole dubbio l'esistenza di una strategia che accomunava esponenti Rai e parlamentari dell'uscente maggioranza nell'obiettivo di depotenziare il servizio pubblico televisivo a vantaggio dei network commerciali.

8) Senatore Monti, lei e' membro della "Commissione Permanente" del gruppo Bilderberg, un club privato riservato a personalita' autorevoli, a cui le cronache attribuiscono il potere dicondizionare le politiche degli stati sovrani con riunioni a porte chiuse e vietate ai giornalisti.

In qualita' di privato cittadino, fino a ieri lei poteva partecipare a qualsiasi riunione privata senza essere tenuto a comunicare a chicchessia informazioni in merito alle sue attivita'.

Tuttavia, in qualita' di senatore della Repubblica, le chiedo se attualmente lei non ritenga incompatibile con la trasparenza richiesta ad un capo di Governo (e in generale a tutti i rappresentanti delle istituzioni) la segretezza imposta ai partecipanti delle riunioni Bilderberg, e se in virtu' di questa incompatibilita' lei intende semplicemente cessare le sue partecipazioni a queste riunioni oppure comunicarne i contenutiai cittadini italiani.

9) Senatore Monti, le cronache la segnalano anche come "advisor" della Coca-Cola company, un marchio globale noto in tutto il mondo. In Italia, tuttavia, abbiamo nel viterbese aziende che producono ottimo chinotto dal 1949, e pertanto vorrei chiederlequali sono le misure che intende adottare per tutelare i prodotti italiani dalla globalizzazione dei mercati, per tutelare il lavoro italiano dalla delocalizzazione delle imprese, per tutelare i lavoratori italiani dalla concorrenza sleale di paesi ed economie dove il costo del lavoro risulta piu' basso che altrove per l'indebolimento dei diritti fondamentali nel lavoro o per la mancata applicazione delle regole stabilite nelle Convenzioni dell'International Labour Organization (ILO).

10) Senatore Monti, a quanto risulta lei e' stato allievo del Premio Nobel per l'economia James Tobin, sostenitore di una tassa nota come "Tobin Tax" che ha l'obiettivo di disincentivare le manovre finanziarie puramente speculative con l'applicazione di una leva fiscale, permettendo di deviare nelle casse degli stati sovrani, e quindi ai cittadini, parte degli enormi profitti del settore finanziario.

Lei e' stato piu' volte indicato come un tecnico in grado di mettere freno alle speculazioni economiche per anteporre l'interesse sociale collettivo all'interesse economico privato, e quindi le chiedo se nel suo programma di governo e' compresal'introduzione di una tassazione simile a quella proposta dal suo ex professore James Tobin, e in caso di risposta negativa quali sono le misure che intende adottare per disincentivare le operazioni speculative sui titoli di stato italiani
    • Allora, poniamo a Monti, anche queste cinque, più modeste, domande, ad esempio:
      1) Senatore Monti, t...aglierà qualcosa da quei 27 miliardi che ogni anno ci costano le Forze Armate?
      2) Senatore Monti, ridurrà i 50 miliardi di nuove spese militari previste fino al 2020?
      3) Senatore Monti, ridurrà e/o eliminerà i privilegi fiscali a favore della Città del Vaticano?
      4) Senatore Monti, procederà a vietare, nonché a procedere alla rimozione, con effetto immediato, le consulenze e dirigenze "esterne" in Enti Pubblici, nazionali e locali?
      5) Senatore Monti, vieterà gli incarichi multipli dei magistrati, penali, civili, amministrativi e contabili?
    •  
    • ATTENZIONE.... >>LE CONDIZIONI DI B. Condizioni di interesse politico e di interesse privato. In un pranzo a a Palazzo Chigi, Berlusconi, imputato in diversi processi, avrebbe chiesto a Monti “garanzie” sul ministero della Giustizia, per il... quale avrebbe proposto il magistrato Augusta Iannini (moglie di Bruno Vespa), a quanto si sa senza successo, perché l’ex Commissario europeo vuole mantenere le mani libere sulla squadra di governo, a esclusivo appannaggio di tecnici. Secondo punto, che il governo Monti non metta mano a norme sulle Telecomunicazioni (tradotto: televisioni). E neppure alla legge elettorale, il criticatissimo Porcellum. Monti, secondo l’agenzia Ansa, avrebbe accettato. http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/11/12/governo-monti-ipotesi-squadra-punta-governo-tecnici/170240/

sabato 12 novembre 2011

Un nuovo lassativo sul mercato

La nota casa farmaceutica Bersu/Casu nella figura dell'Ammnistratore Delegato G. Napisan ha lanciato sul mercato un "nuovo" prodotto farmaceutico contro il mal di pancia, nausea e cattiva digestione, dovuta ad intossicazione politica, insani comportamenti alimentari e mancanza di vitamine etiche .
Il nome del formidabile prodotto risulta di facile somministrazione: Monti..lax.
Se somministrato in piccole dosi ma quotidianamente, farà digerire gli impegni europei contratti da B.  con allegria: per la guarigione dalla malattia, tutti noi , i soliti, prenderemo la "nuova" medicina con sapore stantio.
 Montilax è una purga aggressiva per soggetti deboli  e già sfiancati.
Sul bugiardino presente nella confezione, si legge:" Continuare la cura fino al 2013" Dopo tale data sarete soddisfatti o rimborsati.

La casa farmaceutica Bersu/Casu ringrazia i soliti noti  per essersi sottoposti  alla cura.

mercoledì 9 novembre 2011

Nemmeno i mercati finanziari credono alle dimissioni annunciate del caimano: forse solo il Capo dello Stato e "l'opposizione di salvezza nazionale" ci credono. Ora si parla di 15 giorni prima della presentazione in Aula del Piano di Stabilità.
.......... e intanto le regole dettate da B. vengono applicate tutte, ma proprio tutte!
Meditate!

martedì 8 novembre 2011

Attenti: il caimano non si è ancora dimesso.

Questa maggioranza,  che ha fatto perdere la dignità ad un intero Paese,  non ha ancora terminato il suo lavoro?!?
Le lobbies al governo rappresentate da un Paniz, da un Ghedini, da una Santanchè si dimostrano spudorate anche in questo momento di agonia; dichiarano di avere ancora la maggioranza e difendono quel buonuomo del premier : dopo aver dichiarato al mondo intero che in Italia i ristoranti sono pieni, che è difficile trovare un posto sugli aerei, che gli Italiani sono benestanti, il caimano posticipa le dimissioni e detta le sue regole al Capo dello Stato. Le dimissioni annunciate a scadenza come i formaggini suonano davvero male e ancora una volta sono un schiaffo a quei miglioni di Italiani che onestamente non riempiono i ristoranti e non viaggiano in aereo.
Meditate!

lunedì 7 novembre 2011

Riprendiamoci il campo

 Riprendiamoci il campo
>
> La crisi globale dell'economia e della finanza sta mutando
> profondamente gli equilibri mondiali e mette con tutta evidenza in
> discussione questo modello di sviluppo.
>
> In Italia, un Governo ormai privo di qualsiasi credibilità
> internazionale, condizionato dagli interessi personali e dalle
> vicissitudini giudiziarie del Presidente del Consiglio, non ha
> saputo contrastare gli effetti peggiori della crisi, trascinandoci in
> una situazione ormai insostenibile sotto ogni punto di vista:
> istituzionale, politico, economico e morale.
>
> Il nostro Paese è oggi, fermo, prostrato, sfiduciato, incapace di
> investire sul proprio futuro. Un Paese dove soprattutto ai giovani
> viene negata una prospettiva decente di vita e di lavoro. La
> disoccupazione giovanile sfiora, infatti, il 30% contro il 20% del
> resto d'Europa; sono due milioni i giovani che non studiano, non
> lavorano e non sono nemmeno inseriti in percorsi di formazione;
> cresce il numero - in Lombardia più che altrove - di giovani e
> soprattutto di donne che rinunciano alla ricerca di un posto di
> lavoro.
>
> Le manovre economiche e finanziarie che si sono succedute in questi
> due anni, ed in modo particolare le due che sono state approvate
> tra luglio e inizio settembre, hanno un segno fortemente depressivo,
> dove nulla è previsto per stimolare la crescita, ed hanno un
> carattere di profonda e ripetuta ingiustizia perché fanno ricadere
> su una sola parte del Paese - quella più verificabile o più
> debole o meno garantita - il costo di un risanamento necessario ma
> che non sarà raggiunto in ragione del fatto che non si punta alla
> ripresa ed allo sviluppo.
>
> I tagli insostenibili a Regioni ed Autonomia locali non solo hanno
> la conseguenza di ridurre i servizi ai cittadini ed aumentare
> l'imposizione fiscale, ma determinano un corto circuito tra i
> livelli istituzionali ed amministrativi, impedendo nella sostanza a
> Regioni ed Autonomie Locali di esercitare le funzioni ad esse
> attribuite dallo Stato.
>
> Noi pensiamo che non sia più possibile rassegnarci a questo stato di
> cose: l'Italia deve ripartire, voltare pagina, rinsaldare i
> capisaldi della convivenza civile, come più volte richiamato dal
> Presidente della Repubblica nella sua incessante azione di garante
> delle Istituzioni.
>
> L'Italia ha bisogno di una diversa politica economica e sociale e di
> riscoprire l'etica della responsabilità pubblica e dell'azione
> di governo.
>
> In questo contesto, per la gravità della situazione in cui versa il
> nostro Paese, pensiamo che sia necessario, mettere in campo un
> nuovo protagonismo civile.
>
> Per queste ragioni, noi chiediamo:
>
> * il rispetto della Costituzione, delle funzioni dei diversi
> poteri dello Stato e del recente esito referendario, ponendo
> fine all'irrisione del ruolo del Parlamento - chiamato soltanto a
> votare la fiducia su pacchetti blindati - ed alla permanente
> denigrazione del ruolo fondamentale di controllo svolto dalla
> Magistratura;
>
> * una diversa politica economica che incentivi la ripresa e
> l'occupazione, promuovendo coerenti politiche industriali e
> terziarie, investendo risorse pubbliche e private su ricerca,
> formazione, scuola e università;
>
> * politiche che coniughino lavoro e formazione: nel
> sostenere la centralità del lavoro nelle sue diverse declinazioni
> (manuale, tecnico, professionale ed intellettuale), è condizione
> necessaria rilanciare un sistema di formazione continua e
> qualificata;
>
> * la definizione di due progetti prioritari per lo sviluppo
> del Paese: un piano straordinario per l'occupazione giovanile ed
> uno per il Mezzogiorno; giovani e Mezzogiorno devono diventare
> risorse fondamentali per il futuro dell'Italia;
>
> * il rilancio di una politica di sostegno della cultura e
> valorizzazione del patrimonio artistico nazionale;
>
> * un sistema fiscale che torni ad essere fondato sul
> principio della progressività e dell'equità, attraverso anche
> un'imposta sui grandi patrimoni, incentivi selettivi alle imprese
> che fanno innovazione, investono e creano occupazione stabile;
> decisivo per questo è riprendere un'organica azione di contrasto
> all'elusione e di lotta all'evasione fiscale;
>
> * un welfare rinnovato e più efficiente, ma anche più
> inclusivo, che si coniughi con la lotta alla povertà oggi in crescente
> aumento anche in Lombardia;
>
> * il ripristino dei cardini della riforma previdenziale del
> 1995, fondata sull'equilibrio tra diritti acquisiti, garanzia
> delle prestazioni anche per le nuove generazioni e flessibilità
> dell'età pensionabile in relazione a criteri oggettivi quali
> l'aspettativa di vita;
>
> * il ripristino dei trasferimenti necessari a Regioni,
> Province e Comuni a garantire l'erogazione dei servizi essenziali
> quali sanità, assistenza e trasporto pubblico locale;
>
> * l'allentamento dei vincoli del Patto di Stabilità per gli
> enti virtuosi e subordinato al finanziamento e alla
> realizzazione di opere di pubblica utilità, necessarie per rimettere
> in moto l'economia e rilanciare l'occupazione;
>
> * la cancellazione dell'articolo 8 dell'ultima manovra e la
> riconsegna all'autonomia delle Parti Sociali delle materie
> inerenti la contrattazione;
>
> * una seria e coerente riduzione dei "costi della politica"
> che porti più efficienza e moderazione nelle spese senza
> mortificare l'esigenza di partecipazione democratica dei cittadini
>
> Per questo, alle Province, ai Comuni ed in particolar modo alla
> Regione Lombardia chiediamo non solo di mantenere ferme le richieste
> unitarie al Governo di modifica della manovra, ma anche di farsi
> promotori - ciascuno per le proprie competenze e responsabilità -
> di politiche che promuovano la ripresa e lo sviluppo dei territori,
> sostenendo l'economia, il lavoro, l'occupazione ed il sistema
> delle imprese.
>
> Per queste ragioni, vogliamo dare appuntamento a tutti coloro che
> vogliono bene all'Italia e non cessano di indignarsi di fronte al
> degrado delle istituzioni e alla negazione di futuro cui siamo
> condannati da un Governo screditato nel mondo e che ha fallito in
> Italia,
>
> Sabato 12 novembre 2011 alle ore 14,30 a Milano
>
> ai Bastioni di Porta Venezia
>
> per una manifestazione regionale aperta al contributo e all'apporto
> dei componenti della società civile, del mondo del lavoro, del
> mondo associativo e delle cittadine e dei cittadini.
>
> Vittorio Angiolini, costituzionalista, Università Statale Milano -
> Giovan Battista Armelloni, Presidente ACLI Lombardia - Gae
> Aulenti, architetto - Enzo Balboni, costituzionalista, Università
> Cattolica Milano - Gianni Barbacetto, giornalista, saggista - Nino
> Baseotto, sindacalista, segretario CGIL Lombardia - Giorgio Bocca,
> giornalista, scrittore - Anna Bonanomi, sindacalista, segretaria
> SPI Lombardia - Lorenzo Bordogna, sociologo, Università Statale
> Milano - Bruno Bosco, economista, Università Milano Bicocca - Sen.
> Daniele Bosone, Presidente Provincia di Pavia - Virginio Brivio,
> Sindaco di Lecco - Bruno Canino, musicista - Gian Primo Cella,
> sociologo, Università Statale Milano - Daniele Checchi, economista,
> Università Statale Milano - Don Luigi Ciotti, Presidente Gruppo
> Abele - Massimo Cirri, Conduttore radio-televisivo - Don Virginio
> Colmegna, Casa della Carità - Daria Colombo, scrittrice - Lella
> Costa, attrice - Nando Dalla Chiesa, sociologo, Università Statale
> Milano - Mario Fezzi, avvocato - Dario Fo, attore, Premio Nobel
> per la letteratura - Massimo Florio, economista, Università Statale
> Milano - Damiano Galletti, sindacalista, segretario CGIL Brescia
> - Pio Galli, già Segretario generale FIOM nazionale - Giorgio
> Gaslini, musicista e compositore - Giulio Giorello, filosofo - Alberto
> Guariso, avvocato - Lorenzo Guerini, Sindaco di Lodi - Enrico Intra,
> musicista - Gad Lerner, giornalista - Giacomo Manzoni,
> musicista - Mario Mazzoleni, economista, Università Brescia - Alcide
> Molteni, Sindaco di Sondrio - Milly Moratti, Presidente
> "ChiAmaMilano" - Salvatore Natoli, filosofo, Università Milano
> Bicocca - Piergiorgio Odifreddi, matematico, scrittore - Moni Ovadia,
> scrittore, uomo di teatro - Mattia Palazzi, Presidente ARCI
> Lombardia - Alessandro Pastacci, Presidente Provincia di Mantova -
> Luigi Pestalozza, musicologo - Ottavia Piccolo, attrice - Giuliano
> Pisapia, Sindaco di Milano - Antonio Pizzinato, Presidente ANPI
> Lombardia - Franca Rame, attrice - Lorenzo Rampa, economista,
> Università Pavia - Lella Ravasi Bellocchio, scrittrice - Ida Regalia,
> sociologa, Università Statale Milano - Marino Regini, sociologo,
> Università Statale Milano - Emilio Reyneri, sociologo, Università
> Milano Bicocca - Don Gino Rigoldi, Comunità Nuova - Virginio
> Rognoni, Professore - Onorio Rosati, sindacalista, segretario CGIL
> Milano - Paolo Rossi, attore - Mirco Rota, sindacalista, segretario
> FIOM Lombardia - Assunta Sarlo, giornalista, Presidente di
> "Usciamo dal silenzio" - Franco Scarpelli, giurista, Università
> Milano Bicocca - Sergio Silvotti, Portavoce Forum Terzo Settore
> Lombardia - Cecilia Strada, Presidente "Emergency" - Gianni Vaggi,
> economista, Università Pavia - Salvatore Veca, filosofo, Istituto
> Superiore di Studi, Pavia - Roberto Vecchioni, cantautore - Sergio
> Veneziani, Presidente AUSER Lombardia.
>
>
>
> Uffici stampa: ACLI Lombardia, ARCI Lombardia, CGIL Lombardia
>
> Milano 14 ottobre 2011
>
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sabato 5 novembre 2011

Non rimaniamo indifferenti

Il circolo SEL "Peppino Impastato" è vicino alla popolazione ligure, il cui capololuogo è stato colpito da uno tsunami nei giorni scorsi e lo fa portando la solidarietà al prete di strada Don Andrea Gallo che raggiunto telefonicamente, mestamente rassicura sulle condizioni della sua comunità ma aggiunge che, se potesse, chiederebbe a DIO perchè non ha dato a Mosè l'11° comandamento:"Rispetta la natura".
I suoi ragazzi sono pronti ad intervenire ed aiutare, come sempre.
Un grazie ancora a Don Andrea per la passione e il rinnovato sentimento d'amore che ci ha trasmesso  qui a Castelletto nella serata del 31 Ottobre sulla "Resistenza".
Resistiamo con lui e rimaniamo umani!

venerdì 28 ottobre 2011

Incontro con DON ANDREA GALLO

Ricordiamo che la cena che precederà l'incontro del 31 Ottobre con Don Andrea Gallo e il cui ricavato sarà devoluto alla Comunità San Benedetto al Porto di Genova avrà luogo presso l'oratorio della chiesetta di Via Preti a Castelletto Ticino alle ore 19.30.
L'incontro invece con Don Andrea si terrà presso il "Palamico" Via del Lago zona Sempione sempre a Castelletto Ticino alle ore 21.00
Durante la serata sarà presente il gruppo musicale di Renato Franchi che si esibirà nel Canto della Nuova Resistenza di Max Manfredi (cantautore genovese che ha lavorato con Fabrizio De André)

giovedì 27 ottobre 2011

VENERDI' 4 NOVEMBRE CONVEGNO NO F-35, SABATO 12 NOVEMBRE ORE 14 PIAZZA GARIBALDI-STAZIONE DI NOVARA MANIFESTAZIONE CONTRO GLI F-35



Appello per la manifestazione del 12 novembre 2011 a Novara:

NO AGLI F-35


L'acquisto e l'assemblaggio di cacciabombardieri F-35 nello stabilimento che Lockheed Martin ed Alenia stanno facendo costruire all'interno dell'aeroporto militare di Cameri, a pochi chilometri da Novara, costituiscono l'ennesimo spreco di soldi pubblici.

La ditta vicentina Maltauro, che ha vinto l'appalto per la costruzione  dei capannoni dall'inizio del 2011 ha cominciato i lavori.

Mentre si tagliano spese sociali, sanità, pensioni, scuola, ecc., si spendono venti miliardi di euro per produrre strumenti di morte e distruzione (131 sono i cacciabombardieri che saranno acquistati dall'Italia).

Scarse saranno le ricadute occupazionali  sul territorio; al contrario queste risorse saranno  sottratte ad altre attività socialmente utili che creerebbero posti di lavoro e benefici sociali (energie pulite e rinnovabili, servizi sociali, istruzione, ricerca, cultura, difesa del territorio, ecc.).

Inderogabili ragioni morali contrarie alla guerra e a tutte le fabbriche di armi, unite alla pesante crisi economica, che viene fatta pagare ai cittadini (soprattutto ai ceti sociali più deboli) e tocca le tasche e la vita  di tutti, ci costringono a prendere una posizione chiara e decisa.

Per questo continuiamo un percorso di decisa critica pubblica al progetto e proponiamo una Manifestazione di carattere nazionale da tenersi a Novara nella giornata di sabato 12 novembre 2011.

Chiediamo l'apporto plurale di diverse realtà che concordino  nel contrastare  la costruzione e l'acquisto dei cacciabombardieri F-35 (ed il relativo spreco di almeno venti miliardi dei nostri soldi) e rivolgiamo un appello a tutte/i ad aderire e partecipare.


martedì 25 ottobre 2011

lettera aperta al Presidente della Repubblica

Egregio Signor Presidente della Repubblica,
ci permetta di dire che forse i Suoi appelli all'unità nazionale, ad un buon governo, alle riforme condivise, al governo della continua fiducia....sono ormai percepite come una continua litania che non ha seguito o almeno così pare, visti gli ultimi risultati in campo di politica italiana.
Non si scandalizzi se il Presidente Francese ci deride e la Cancelliera Tedesca ci umilia; non si indegni se i paesi europei non si fidano del governo italiano: si chieda perchè siamo arrivati a questo punto, perchè non si scommette un soldo sulla economia italiana. Le possiamo dire solo che ce lo siamo voluto tutto questo: si scandalizzi, piuttosto, quando il presidente del governo italiano si permette di appellare gli altri governanti europei con epiteti impronunciabili,quando dà del Kapo ad un deputato europeo quando sempre lo stesso personaggio fa cucu alla Merkel o palpeggia il ministro finlandese oppure ancora fa le corna al ministro spagnolo. Non Le sembra che i Francesi ci abbiano comunque trattato con i guanti? Sempre con stima, la maggioranza degli Italiani

domenica 23 ottobre 2011

Povera Italia......umiliata e derisa!

Crisi, ultimatum europeo all’Italia e al premier: “Aspettiamo risposte entro 3 giorni”
Sarkozy freddo verso Berlusconi: "Fiducia in lui? Nelle istituzioni italiane2. E mette sullo stesso piano Roma e Atene. Merkel: "Abbiamo fatto presente che serve senso di responsabilità sulle misure di debito e crescita"
Più che le parole di Nicolas Sarkozy e Angela Merkel sono gli sguardi imbarazzati, i sorrisi non trattenuti, a rendere realmente ciò che pensano i leader Europei di Silvio Berlusconi. Pochi secondi di video della conferenza stampa conclusiva del vertice dei 27 Capi di Stato dell’Unione Europea a Bruxelles, valgono più di qualsiasi dichiarazione ufficiale. Quando i giornalisti chiedono a Sarkozy e Merkel se sono stati rassicurati dal Presidente del Consiglio italiano, tra il presidente francese e la cancelliera ci sono stati sguardi e sorrisi imbarazzati. Qualche secondo di silenzio, poi le parole. Anche queste di certo eloquenti. ”Io e la cancelliera Merkel abbiamo incontrato Berlusconi e Papandreou per ricordargli le responsabilità che hanno e le decisioni che devono prendere”, ha detto Sarkozy. Mentre Merkel ha più diplomaticamente affermato: “Berlusconi è il nostro interlocutore”. Ma l’Italia ha tempo “fino a mercoledì” per trovare risposte concrete alla crisi, ha puntualizzato il presidente del Consiglio europeo, Herman van Rompuy.

“Oggi il problema è Berlusconi”: è stato questo, secondo quanto riferito dai partecipanti ai lavori del Consiglio Ue, il leit motiv del Consiglio Europeo svoltosi oggi a Bruxelles. Le stesse fonti hanno espresso sorpresa per la durezza delle parole pronunciate dal presidente permanente del Consiglio Ue Herman Van Rompuy – noto per la sua pacatezza, riservatezza e capacità di mediazione – a proposito delle richieste rivolte all’Italia, praticamente un ultimatum, nel corso dell’incontro bilaterale avuto questa mattina con il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Il premier, dopo il colloquio con il presidente del Consiglio Ue, ha visto anche Angela Merkel e Nicolas Sarkozy. Un incontro dal quale, riferiscono sempre le stesse fonti, Berlusconi è uscito scuro in volto.

E la conferenza conclusiva ne ha spiegato i motivi. Sarkozy, insieme alla cancelliera Merkel, ha illustrato i lavori svolti e i risultati raggiunti. I due hanno sottolineato come la Spagna sia “uscita dalla prima linea”, mentre per la prima volta l’Italia è stata messa sullo stesso piano della Grecia.

“All’Italia abbiamo ricordato che è importante fare tutto il necessario per mostrare senso di responsabilità, prendendo provvedimenti sia sul fronte del debito che su quello della crescita”, ha detto Merkel sostenendo di essere fiduciosa al termine dell’incontro con il Cavaliere. Di altro avviso è apparso Sarkozy. Alla domanda se si sente rassicurato da Berlusconi, il presidente francese ha volto lo sguardo ad Angela Merkel poi, dopo un profondo respiro, ha risposto ai giornalisti: “Siamo stati fino adesso nella stessa riunione. Abbiamo fiducia nel senso di responsabilità dell’insieme delle istituzioni, sociali, politiche e economiche italiane. Abbiamo fiducia nell’insieme delle autorità italiane, nelle istituzioni politiche, economiche e finanziarie del paese”.

Insomma l’Italia è stata bocciata. E addirittura messa sul medesimo piano della Grecia. Eppure Berlusconi stamani si era detto più che sereno. “Ma che domande mi fate?”, aveva ribattuto quasi scandalizzato a chi gli chiedeva un pronostico sull’esame che l’Ue si accingeva a fare all’Italia e ai suoi conti pubblici, alle sue strategie per fronteggiare la crisi internazionale. Il presidente del Consiglio, lasciando il Conrad per recarsi all’incontro con Van Rompuy e Barroso, conferma il suo ottimismo: “Ma certo – dice ai cronisti – io non sono mai stato bocciato in vita mia“.

da "il fatto quotidiano" del 23 ottobre 2011

sabato 22 ottobre 2011

"Signori, si replica!"

Il Circolo SEL "Peppino Impastato" ricorda l'incontro con Don Gallo il 31 Ottobre 2011 presso il PALAMICO di Castelletto T.
La serata sarà preceduta da una cena il cui ricavato sarà devoluto alla COMUNITA' SAN BENEDETTO AL PORTO DI GENOVA.
L'ingresso al PALAMICO è libero.
Vi aspettiamo!

Per info e prenotazione cena contattare Rino cell. 3936521024 oppure Juri cell. 3393767641

lunedì 17 ottobre 2011

da Vendola a Di Pietro passando per Paris....i

La fine politica di Berlusconi e la sconfitta del berlusconismo sono ormai sotto gli occhi di tutti. Il nostro compito non può però limitarsi alla denuncia di questa evidenza né alla vigilanza contro i pericolosi colpi di coda che ogni fine porta con sé. Il nostro dovere è mettere in campo un’alternativa di governo credibile che riapra al Paese la prospettiva del futuro.
E’ questa la domanda essenziale contenuta nel fiume di firme che assieme abbiamo consegnato in Cassazione appena due settimane fa. La richiesta di difendere la democrazia dei cittadini dalle prevaricazioni e dalla manipolazione dei vertici, la domanda di partecipazione diretta alle decisioni contro una democrazia ridotta a delega. Assieme alla protesta contro il furto di democrazia perpretato dal Porcellum, dentro il referendum si è espressa potente una domanda di ricominciare nel solco e nel rispetto delle regole democratiche. La misura del fiume che ci ha raggiunto in un tempo così ristretto ci dice che questa domanda ha certo travalicato i confini del nostro campo, coinvolgendo anche democratici del campo a noi opposto. E’ tuttavia indiscutibile che, protagonista di questo movimento, è stato il popolo del centro sinistra che, superando le legittime preferenze partitiche, ha ancora una volta manifestato un’ispirazione comune e una comune speranza. E’ pensando a questo riferimento comune e al passaggio drammatico che vive il Paese che sentiamo oggi il dovere di dire che il momento di mettere in campo in modo visibile, attraverso regole condivise, un’alternativa di governo, non può essere ulteriormente rinviato. Lo diciamo sapendo che le prossime elezioni sono comunque vicine. Sia che la prova elettorale precipiti improvvisamente, sia che si svolga a conclusione di una lunga estenuata transizione, non possiamo farci trovare impreparati e costretti ad improvvisare le scelte sul chi, su come, e su quali proposte debba essere costruito il futuro.
E’ perciò urgente convocare il nostro popolo per consentirgli di pensare assieme al futuro e assieme fare le scelte da offrire al Paese dentro le prossime elezioni. Mentre chiediamo con forza il cambiamento urgente della legge elettorale, rinnoviamo perciò allo stesso tempo l’appello perché il più presto possibile, e comunque entro l’autunno, siano indette elezioni primarie che consentano alla coalizione di centrosinistra di presentarsi unita nelle elezioni finali. Lo chiediamo oggi, 16 ottobre, nel sesto anniversario delle prime elezioni primarie nazionali svolte in Europa. Una esperienza che ci chiede certo di correggerne i limiti e rafforzarne la ispirazione, ma che costituisce per il centrosinistra italiano un motivo di identità e di orgoglio. A quella esperienza, sperimentata in Puglia a gennaio di quello stesso anno, continuiamo infatti a far riferimento nelle elezioni regionali e locali. A quella esperienza guarda lo stesso campo a noi avverso per la sua riorganizzazione futura. A quella esperienza fa riferimento proprio in questi giorni la sinistra francese. Una volta tanto il riferimento siamo noi, e non invece come troppe volte ci accade, questo o quel modello assunto dall’esperienza di altri Paesi. Necessità dell’alternativa, costruzione di una coalizione che la sostenga dentro la competizione e nell’azione di governo, scelta della guida e del programma attraverso elezioni primarie da indire nel tempo più ristretto possibile. Questi sono gli obiettivi sui quali vogliamo richiamare oggi l’attenzione. La nostra preoccupazione è oggi quella di sottolinearne l’urgenza assoluta. Pur nel solco della esperienza precedente quello che ci basta ribadire è solo che le elezioni primarie siano aperte nella proposta e allo stesso tempo libere nella risposta.
Costruire e manifestare l’unità della coalizione decidere in comune le cose comuni rimettendo la loro scelta ai nostri elettori. Non una gara tra partiti per affermare, confermare, contestare il primato di uno sull’altro. Una scelta tra distinte proposte programmatiche avanzate da persone che come persone, e non in rappresentanza dei propri partiti, si offrono oggi a guidare la coalizione e domani il Paese interpretando lo stesso progetto ispirato dagli stessi valori e da una comune speranza.

ringraziamo la redazione dell'IDV

domenica 16 ottobre 2011

Il prezzo della crisi

 

Rapporto Caritas, giovani sempre più poveri: + 60% in cinque anni

Gli italiani che vivono in povertà sono oltre otto milioni in aumento rispetto al dossier dello scorso anno

crisi economica
Rapporto Caritas, giovani sempre più poveri: + 60% in cinque anni
Gli italiani che vivono in povertà sono oltre otto milioni in aumento rispetto al dossier dello scorso anno

Una mensa per i poveri della Caritas
Una mensa per i poveri della Caritas
MILANO - Sono 8,3 milioni i cittadini che vivono in povertá, pari al 13,8% della popolazione: famiglie numerose, monogenitoriali e del Sud le più colpite. Ma in tempi di crisi economica, la povertà sta cambiando volto: secondo i dati raccolti dalla Caritas, il 20% delle persone che si rivolgono ai Centri di ascolto in Italia ha meno di 35 anni. In soli cinque anni, dal 2005 al 2010, il numero di giovani è aumentato del 59,6%. Il 76,1% di essi non studia e non lavora, percentuale che nel 2005 era del 70%. Sono alcuni dati - anticipati dall'Agenzia AdnKronos - del Rapporto 2011 su povertá ed esclusione sociale in Italia, che sará presentato lunedì a Roma da Caritas Italiana e Fondazione Zancan, in occasione della Giornata mondiale contro la povertá.
IL RAPPORTO - Secondo il dossier l'Italia è ben lontana dal trovare una soluzione efficace alla piaga della povertá: se nel 2009 erano 7,8 milioni i poveri (13,1%), nel 2010 hanno raggiunto quota 8,3 milioni (13,8%). Il Rapporto 2011 dedica un'attenzione particolare alla povertà dei giovani: secondo i dati raccolti da Caritas nella fascia giovanile della popolazione aumentano i poveri senza lavoro o prospettive. Il dossier sarà presentato lunedì a Roma presso la Pontificia Università Gregoriana.

da "Il corriere della sera" del 16 Ottobre 2011

giovedì 13 ottobre 2011

dopo mesi di attesa.........

                                                             
martedì 18/10/2011 alle ore 21,00, presso la sala consigliare del castello di Galliate,  si terrà il consiglio comunale aperto per discutere sulle sorti dell'ospedale di Galliate e sui progetti della sanità della regione Piemonte. Partecipate,  il dibattito è molto importante.
 
        

lunedì 10 ottobre 2011

IL CIRCOLO SEL " PEPPINO IMPASTATO" ADERISCE




Coordinamento 15 Ottobre provincia di NOVARA

IL 15 OTTOBRE SARÀ UNA GIORNATA EUROPEA E INTERNAZIONALE DI
MOBILITAZIONE

APPELLO UNITARIO DEL COORDINAMENTO 15 OTTOBRE PER LA MOBILITAZIONE NAZIONALE A ROMA
“gli esseri umani prima dei profitti, non siamo merce nelle mani di politici e banchieri, chi pretende di governarci non ci rappresenta, l’alternativa c’è ed è nelle nostre mani, democrazia reale ora”
Commissione Europea, governi europei, Banca Centrale Europea, Fondo Monetario Internazionale, multinazionali e poteri forti ci presentano come dogmi intoccabili il pagamento del debito,il pareggio del bilancio pubblico, gli interessi dei mercati finanziari,le privatizzazioni, i tagli alla spesa, la precarizzazione del lavoro e della vita.
Sono ricette inique e sbagliate, utili a difendere rendite e privilegi, e renderci tutti più schiavi.
Distruggono il lavoro e i suoi diritti, i sindacati conflittuali, il contratto nazionale, le pensioni, l’istruzione, la cultura, i beni comuni, il territorio, la società e le comunità.
Opprimono il presente di una popolazione sempre più impoverita, negano il futuro ai giovani.
Non è vero che siano scelte obbligate. Noi le rifiutiamo. Qualunque schieramento politico le voglia imporre, avrà come unico effetto un ulteriore devastazione sociale, ambientale, democratica. Ci sono altre strade, e quelle vogliamo percorrere, riprendendoci pienamente il nostro potere di cittadinanza di cittadini e lavoratori, che è fondamento di qualunque democrazia reale.
Non vogliamo fare un passo di più verso il baratro in cui l’Europa e l’Italia si stanno dirigendo e che la manovra del Governo, così come le politiche economiche europee, continuano ad avvicinare.
Vogliamo una vera alternativa di sistema. Si deve uscire dalla crisi con il cambiamento e l’innovazione.
Le risorse ci sono.
La crisi questa volta la deve pagare chi l'ha provocata: speculatori, banchieri, padroni.
Si deve investire sulla riconversione ecologica, la giustizia sociale, l’altra economia, sui saperi, la cultura, il territorio, la partecipazione.
Vogliamo ripartire dal risultato dei referendum del 12 e 13 giugno, per restituire alle ai lavoratori, ai
giovani, alle donne, ai disoccupati i beni comuni, i servizi pubblici ed il diritto alla partecipazione. Si devono recuperare risorse dal taglio delle spese militari. Si deve smettere di fare le guerre e bisogna accogliere i migranti.
Le alternative vanno conquistate, insieme. In Europa, in Italia, nel Mediterraneo, nel mondo. In tanti e tante, diversi e diverse, uniti. E’ il solo modo per vincere.
Il Coordinamento 15 ottobre, luogo di convergenza organizzativa dei soggetti sociali impegnati, invita tutti e tutte a preparare la mobilitazione e a essere in piazza a Roma, riempiendo la manifestazione con i propri appelli, con i propri contenuti, con le proprie lotte e proposte.

PER LA NOSTRA DIGNITÀ E PER CAMBIARE DAVVERO
COORDINAMENTO 15 OTTOBRE

USB, SEL,PRC, POPOLO VIOLA, MOVIMENTO 5 STELLE, VERDI COSTITUENTE ECOLOGISTA, COMITATO LAVORATORI PRECARI SCUOLA, MEDICINA DEMOCRATICA, COBAS PT-CUB, UNITI A SINISTRA, FIOM,  ASSEMBLEA PERMANENTE NO-F35

PER ROMA PULLMAN DA NOVARA con partenza alle 5,00 dall 'AUTOSTAZIONE-LARGO PASTORE
Ritorno da Roma previsto per le ore 23,00
Per PARTECIPARE e PRENOTARE contattare: Cell.3382689431 - USB Novara tel e fax 0321/620179
Via Cernaia 13 e-mail :novara@usb.it