venerdì 28 ottobre 2011

Incontro con DON ANDREA GALLO

Ricordiamo che la cena che precederà l'incontro del 31 Ottobre con Don Andrea Gallo e il cui ricavato sarà devoluto alla Comunità San Benedetto al Porto di Genova avrà luogo presso l'oratorio della chiesetta di Via Preti a Castelletto Ticino alle ore 19.30.
L'incontro invece con Don Andrea si terrà presso il "Palamico" Via del Lago zona Sempione sempre a Castelletto Ticino alle ore 21.00
Durante la serata sarà presente il gruppo musicale di Renato Franchi che si esibirà nel Canto della Nuova Resistenza di Max Manfredi (cantautore genovese che ha lavorato con Fabrizio De André)

giovedì 27 ottobre 2011

VENERDI' 4 NOVEMBRE CONVEGNO NO F-35, SABATO 12 NOVEMBRE ORE 14 PIAZZA GARIBALDI-STAZIONE DI NOVARA MANIFESTAZIONE CONTRO GLI F-35



Appello per la manifestazione del 12 novembre 2011 a Novara:

NO AGLI F-35


L'acquisto e l'assemblaggio di cacciabombardieri F-35 nello stabilimento che Lockheed Martin ed Alenia stanno facendo costruire all'interno dell'aeroporto militare di Cameri, a pochi chilometri da Novara, costituiscono l'ennesimo spreco di soldi pubblici.

La ditta vicentina Maltauro, che ha vinto l'appalto per la costruzione  dei capannoni dall'inizio del 2011 ha cominciato i lavori.

Mentre si tagliano spese sociali, sanità, pensioni, scuola, ecc., si spendono venti miliardi di euro per produrre strumenti di morte e distruzione (131 sono i cacciabombardieri che saranno acquistati dall'Italia).

Scarse saranno le ricadute occupazionali  sul territorio; al contrario queste risorse saranno  sottratte ad altre attività socialmente utili che creerebbero posti di lavoro e benefici sociali (energie pulite e rinnovabili, servizi sociali, istruzione, ricerca, cultura, difesa del territorio, ecc.).

Inderogabili ragioni morali contrarie alla guerra e a tutte le fabbriche di armi, unite alla pesante crisi economica, che viene fatta pagare ai cittadini (soprattutto ai ceti sociali più deboli) e tocca le tasche e la vita  di tutti, ci costringono a prendere una posizione chiara e decisa.

Per questo continuiamo un percorso di decisa critica pubblica al progetto e proponiamo una Manifestazione di carattere nazionale da tenersi a Novara nella giornata di sabato 12 novembre 2011.

Chiediamo l'apporto plurale di diverse realtà che concordino  nel contrastare  la costruzione e l'acquisto dei cacciabombardieri F-35 (ed il relativo spreco di almeno venti miliardi dei nostri soldi) e rivolgiamo un appello a tutte/i ad aderire e partecipare.


martedì 25 ottobre 2011

lettera aperta al Presidente della Repubblica

Egregio Signor Presidente della Repubblica,
ci permetta di dire che forse i Suoi appelli all'unità nazionale, ad un buon governo, alle riforme condivise, al governo della continua fiducia....sono ormai percepite come una continua litania che non ha seguito o almeno così pare, visti gli ultimi risultati in campo di politica italiana.
Non si scandalizzi se il Presidente Francese ci deride e la Cancelliera Tedesca ci umilia; non si indegni se i paesi europei non si fidano del governo italiano: si chieda perchè siamo arrivati a questo punto, perchè non si scommette un soldo sulla economia italiana. Le possiamo dire solo che ce lo siamo voluto tutto questo: si scandalizzi, piuttosto, quando il presidente del governo italiano si permette di appellare gli altri governanti europei con epiteti impronunciabili,quando dà del Kapo ad un deputato europeo quando sempre lo stesso personaggio fa cucu alla Merkel o palpeggia il ministro finlandese oppure ancora fa le corna al ministro spagnolo. Non Le sembra che i Francesi ci abbiano comunque trattato con i guanti? Sempre con stima, la maggioranza degli Italiani

domenica 23 ottobre 2011

Povera Italia......umiliata e derisa!

Crisi, ultimatum europeo all’Italia e al premier: “Aspettiamo risposte entro 3 giorni”
Sarkozy freddo verso Berlusconi: "Fiducia in lui? Nelle istituzioni italiane2. E mette sullo stesso piano Roma e Atene. Merkel: "Abbiamo fatto presente che serve senso di responsabilità sulle misure di debito e crescita"
Più che le parole di Nicolas Sarkozy e Angela Merkel sono gli sguardi imbarazzati, i sorrisi non trattenuti, a rendere realmente ciò che pensano i leader Europei di Silvio Berlusconi. Pochi secondi di video della conferenza stampa conclusiva del vertice dei 27 Capi di Stato dell’Unione Europea a Bruxelles, valgono più di qualsiasi dichiarazione ufficiale. Quando i giornalisti chiedono a Sarkozy e Merkel se sono stati rassicurati dal Presidente del Consiglio italiano, tra il presidente francese e la cancelliera ci sono stati sguardi e sorrisi imbarazzati. Qualche secondo di silenzio, poi le parole. Anche queste di certo eloquenti. ”Io e la cancelliera Merkel abbiamo incontrato Berlusconi e Papandreou per ricordargli le responsabilità che hanno e le decisioni che devono prendere”, ha detto Sarkozy. Mentre Merkel ha più diplomaticamente affermato: “Berlusconi è il nostro interlocutore”. Ma l’Italia ha tempo “fino a mercoledì” per trovare risposte concrete alla crisi, ha puntualizzato il presidente del Consiglio europeo, Herman van Rompuy.

“Oggi il problema è Berlusconi”: è stato questo, secondo quanto riferito dai partecipanti ai lavori del Consiglio Ue, il leit motiv del Consiglio Europeo svoltosi oggi a Bruxelles. Le stesse fonti hanno espresso sorpresa per la durezza delle parole pronunciate dal presidente permanente del Consiglio Ue Herman Van Rompuy – noto per la sua pacatezza, riservatezza e capacità di mediazione – a proposito delle richieste rivolte all’Italia, praticamente un ultimatum, nel corso dell’incontro bilaterale avuto questa mattina con il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Il premier, dopo il colloquio con il presidente del Consiglio Ue, ha visto anche Angela Merkel e Nicolas Sarkozy. Un incontro dal quale, riferiscono sempre le stesse fonti, Berlusconi è uscito scuro in volto.

E la conferenza conclusiva ne ha spiegato i motivi. Sarkozy, insieme alla cancelliera Merkel, ha illustrato i lavori svolti e i risultati raggiunti. I due hanno sottolineato come la Spagna sia “uscita dalla prima linea”, mentre per la prima volta l’Italia è stata messa sullo stesso piano della Grecia.

“All’Italia abbiamo ricordato che è importante fare tutto il necessario per mostrare senso di responsabilità, prendendo provvedimenti sia sul fronte del debito che su quello della crescita”, ha detto Merkel sostenendo di essere fiduciosa al termine dell’incontro con il Cavaliere. Di altro avviso è apparso Sarkozy. Alla domanda se si sente rassicurato da Berlusconi, il presidente francese ha volto lo sguardo ad Angela Merkel poi, dopo un profondo respiro, ha risposto ai giornalisti: “Siamo stati fino adesso nella stessa riunione. Abbiamo fiducia nel senso di responsabilità dell’insieme delle istituzioni, sociali, politiche e economiche italiane. Abbiamo fiducia nell’insieme delle autorità italiane, nelle istituzioni politiche, economiche e finanziarie del paese”.

Insomma l’Italia è stata bocciata. E addirittura messa sul medesimo piano della Grecia. Eppure Berlusconi stamani si era detto più che sereno. “Ma che domande mi fate?”, aveva ribattuto quasi scandalizzato a chi gli chiedeva un pronostico sull’esame che l’Ue si accingeva a fare all’Italia e ai suoi conti pubblici, alle sue strategie per fronteggiare la crisi internazionale. Il presidente del Consiglio, lasciando il Conrad per recarsi all’incontro con Van Rompuy e Barroso, conferma il suo ottimismo: “Ma certo – dice ai cronisti – io non sono mai stato bocciato in vita mia“.

da "il fatto quotidiano" del 23 ottobre 2011

sabato 22 ottobre 2011

"Signori, si replica!"

Il Circolo SEL "Peppino Impastato" ricorda l'incontro con Don Gallo il 31 Ottobre 2011 presso il PALAMICO di Castelletto T.
La serata sarà preceduta da una cena il cui ricavato sarà devoluto alla COMUNITA' SAN BENEDETTO AL PORTO DI GENOVA.
L'ingresso al PALAMICO è libero.
Vi aspettiamo!

Per info e prenotazione cena contattare Rino cell. 3936521024 oppure Juri cell. 3393767641

lunedì 17 ottobre 2011

da Vendola a Di Pietro passando per Paris....i

La fine politica di Berlusconi e la sconfitta del berlusconismo sono ormai sotto gli occhi di tutti. Il nostro compito non può però limitarsi alla denuncia di questa evidenza né alla vigilanza contro i pericolosi colpi di coda che ogni fine porta con sé. Il nostro dovere è mettere in campo un’alternativa di governo credibile che riapra al Paese la prospettiva del futuro.
E’ questa la domanda essenziale contenuta nel fiume di firme che assieme abbiamo consegnato in Cassazione appena due settimane fa. La richiesta di difendere la democrazia dei cittadini dalle prevaricazioni e dalla manipolazione dei vertici, la domanda di partecipazione diretta alle decisioni contro una democrazia ridotta a delega. Assieme alla protesta contro il furto di democrazia perpretato dal Porcellum, dentro il referendum si è espressa potente una domanda di ricominciare nel solco e nel rispetto delle regole democratiche. La misura del fiume che ci ha raggiunto in un tempo così ristretto ci dice che questa domanda ha certo travalicato i confini del nostro campo, coinvolgendo anche democratici del campo a noi opposto. E’ tuttavia indiscutibile che, protagonista di questo movimento, è stato il popolo del centro sinistra che, superando le legittime preferenze partitiche, ha ancora una volta manifestato un’ispirazione comune e una comune speranza. E’ pensando a questo riferimento comune e al passaggio drammatico che vive il Paese che sentiamo oggi il dovere di dire che il momento di mettere in campo in modo visibile, attraverso regole condivise, un’alternativa di governo, non può essere ulteriormente rinviato. Lo diciamo sapendo che le prossime elezioni sono comunque vicine. Sia che la prova elettorale precipiti improvvisamente, sia che si svolga a conclusione di una lunga estenuata transizione, non possiamo farci trovare impreparati e costretti ad improvvisare le scelte sul chi, su come, e su quali proposte debba essere costruito il futuro.
E’ perciò urgente convocare il nostro popolo per consentirgli di pensare assieme al futuro e assieme fare le scelte da offrire al Paese dentro le prossime elezioni. Mentre chiediamo con forza il cambiamento urgente della legge elettorale, rinnoviamo perciò allo stesso tempo l’appello perché il più presto possibile, e comunque entro l’autunno, siano indette elezioni primarie che consentano alla coalizione di centrosinistra di presentarsi unita nelle elezioni finali. Lo chiediamo oggi, 16 ottobre, nel sesto anniversario delle prime elezioni primarie nazionali svolte in Europa. Una esperienza che ci chiede certo di correggerne i limiti e rafforzarne la ispirazione, ma che costituisce per il centrosinistra italiano un motivo di identità e di orgoglio. A quella esperienza, sperimentata in Puglia a gennaio di quello stesso anno, continuiamo infatti a far riferimento nelle elezioni regionali e locali. A quella esperienza guarda lo stesso campo a noi avverso per la sua riorganizzazione futura. A quella esperienza fa riferimento proprio in questi giorni la sinistra francese. Una volta tanto il riferimento siamo noi, e non invece come troppe volte ci accade, questo o quel modello assunto dall’esperienza di altri Paesi. Necessità dell’alternativa, costruzione di una coalizione che la sostenga dentro la competizione e nell’azione di governo, scelta della guida e del programma attraverso elezioni primarie da indire nel tempo più ristretto possibile. Questi sono gli obiettivi sui quali vogliamo richiamare oggi l’attenzione. La nostra preoccupazione è oggi quella di sottolinearne l’urgenza assoluta. Pur nel solco della esperienza precedente quello che ci basta ribadire è solo che le elezioni primarie siano aperte nella proposta e allo stesso tempo libere nella risposta.
Costruire e manifestare l’unità della coalizione decidere in comune le cose comuni rimettendo la loro scelta ai nostri elettori. Non una gara tra partiti per affermare, confermare, contestare il primato di uno sull’altro. Una scelta tra distinte proposte programmatiche avanzate da persone che come persone, e non in rappresentanza dei propri partiti, si offrono oggi a guidare la coalizione e domani il Paese interpretando lo stesso progetto ispirato dagli stessi valori e da una comune speranza.

ringraziamo la redazione dell'IDV

domenica 16 ottobre 2011

Il prezzo della crisi

 

Rapporto Caritas, giovani sempre più poveri: + 60% in cinque anni

Gli italiani che vivono in povertà sono oltre otto milioni in aumento rispetto al dossier dello scorso anno

crisi economica
Rapporto Caritas, giovani sempre più poveri: + 60% in cinque anni
Gli italiani che vivono in povertà sono oltre otto milioni in aumento rispetto al dossier dello scorso anno

Una mensa per i poveri della Caritas
Una mensa per i poveri della Caritas
MILANO - Sono 8,3 milioni i cittadini che vivono in povertá, pari al 13,8% della popolazione: famiglie numerose, monogenitoriali e del Sud le più colpite. Ma in tempi di crisi economica, la povertà sta cambiando volto: secondo i dati raccolti dalla Caritas, il 20% delle persone che si rivolgono ai Centri di ascolto in Italia ha meno di 35 anni. In soli cinque anni, dal 2005 al 2010, il numero di giovani è aumentato del 59,6%. Il 76,1% di essi non studia e non lavora, percentuale che nel 2005 era del 70%. Sono alcuni dati - anticipati dall'Agenzia AdnKronos - del Rapporto 2011 su povertá ed esclusione sociale in Italia, che sará presentato lunedì a Roma da Caritas Italiana e Fondazione Zancan, in occasione della Giornata mondiale contro la povertá.
IL RAPPORTO - Secondo il dossier l'Italia è ben lontana dal trovare una soluzione efficace alla piaga della povertá: se nel 2009 erano 7,8 milioni i poveri (13,1%), nel 2010 hanno raggiunto quota 8,3 milioni (13,8%). Il Rapporto 2011 dedica un'attenzione particolare alla povertà dei giovani: secondo i dati raccolti da Caritas nella fascia giovanile della popolazione aumentano i poveri senza lavoro o prospettive. Il dossier sarà presentato lunedì a Roma presso la Pontificia Università Gregoriana.

da "Il corriere della sera" del 16 Ottobre 2011

giovedì 13 ottobre 2011

dopo mesi di attesa.........

                                                             
martedì 18/10/2011 alle ore 21,00, presso la sala consigliare del castello di Galliate,  si terrà il consiglio comunale aperto per discutere sulle sorti dell'ospedale di Galliate e sui progetti della sanità della regione Piemonte. Partecipate,  il dibattito è molto importante.
 
        

lunedì 10 ottobre 2011

IL CIRCOLO SEL " PEPPINO IMPASTATO" ADERISCE




Coordinamento 15 Ottobre provincia di NOVARA

IL 15 OTTOBRE SARÀ UNA GIORNATA EUROPEA E INTERNAZIONALE DI
MOBILITAZIONE

APPELLO UNITARIO DEL COORDINAMENTO 15 OTTOBRE PER LA MOBILITAZIONE NAZIONALE A ROMA
“gli esseri umani prima dei profitti, non siamo merce nelle mani di politici e banchieri, chi pretende di governarci non ci rappresenta, l’alternativa c’è ed è nelle nostre mani, democrazia reale ora”
Commissione Europea, governi europei, Banca Centrale Europea, Fondo Monetario Internazionale, multinazionali e poteri forti ci presentano come dogmi intoccabili il pagamento del debito,il pareggio del bilancio pubblico, gli interessi dei mercati finanziari,le privatizzazioni, i tagli alla spesa, la precarizzazione del lavoro e della vita.
Sono ricette inique e sbagliate, utili a difendere rendite e privilegi, e renderci tutti più schiavi.
Distruggono il lavoro e i suoi diritti, i sindacati conflittuali, il contratto nazionale, le pensioni, l’istruzione, la cultura, i beni comuni, il territorio, la società e le comunità.
Opprimono il presente di una popolazione sempre più impoverita, negano il futuro ai giovani.
Non è vero che siano scelte obbligate. Noi le rifiutiamo. Qualunque schieramento politico le voglia imporre, avrà come unico effetto un ulteriore devastazione sociale, ambientale, democratica. Ci sono altre strade, e quelle vogliamo percorrere, riprendendoci pienamente il nostro potere di cittadinanza di cittadini e lavoratori, che è fondamento di qualunque democrazia reale.
Non vogliamo fare un passo di più verso il baratro in cui l’Europa e l’Italia si stanno dirigendo e che la manovra del Governo, così come le politiche economiche europee, continuano ad avvicinare.
Vogliamo una vera alternativa di sistema. Si deve uscire dalla crisi con il cambiamento e l’innovazione.
Le risorse ci sono.
La crisi questa volta la deve pagare chi l'ha provocata: speculatori, banchieri, padroni.
Si deve investire sulla riconversione ecologica, la giustizia sociale, l’altra economia, sui saperi, la cultura, il territorio, la partecipazione.
Vogliamo ripartire dal risultato dei referendum del 12 e 13 giugno, per restituire alle ai lavoratori, ai
giovani, alle donne, ai disoccupati i beni comuni, i servizi pubblici ed il diritto alla partecipazione. Si devono recuperare risorse dal taglio delle spese militari. Si deve smettere di fare le guerre e bisogna accogliere i migranti.
Le alternative vanno conquistate, insieme. In Europa, in Italia, nel Mediterraneo, nel mondo. In tanti e tante, diversi e diverse, uniti. E’ il solo modo per vincere.
Il Coordinamento 15 ottobre, luogo di convergenza organizzativa dei soggetti sociali impegnati, invita tutti e tutte a preparare la mobilitazione e a essere in piazza a Roma, riempiendo la manifestazione con i propri appelli, con i propri contenuti, con le proprie lotte e proposte.

PER LA NOSTRA DIGNITÀ E PER CAMBIARE DAVVERO
COORDINAMENTO 15 OTTOBRE

USB, SEL,PRC, POPOLO VIOLA, MOVIMENTO 5 STELLE, VERDI COSTITUENTE ECOLOGISTA, COMITATO LAVORATORI PRECARI SCUOLA, MEDICINA DEMOCRATICA, COBAS PT-CUB, UNITI A SINISTRA, FIOM,  ASSEMBLEA PERMANENTE NO-F35

PER ROMA PULLMAN DA NOVARA con partenza alle 5,00 dall 'AUTOSTAZIONE-LARGO PASTORE
Ritorno da Roma previsto per le ore 23,00
Per PARTECIPARE e PRENOTARE contattare: Cell.3382689431 - USB Novara tel e fax 0321/620179
Via Cernaia 13 e-mail :novara@usb.it

sabato 8 ottobre 2011

Afghanistan, 10 anni dopo

Cari amici di Emergency,
ricorre in questi giorni il decimo anniversario dell’ennesima aggressione militare in Afganistan. Quella cui orgogliosamente partecipa anche il nostro paese.
La casta politica italiana dal 2002 a oggi ha sempre approvato in modo bipartisan le spese per la guerra in Afganistan - camuffata da “missione di pace”. Per tenervi una media di 3.000 soldati, ha speso fino a ora quasi 4 miliardi di euro.
Il danaro delle nostre tasse per la guerra, contro la nostra Costituzione, contro le nostre coscienze.
In dieci anni Emergency ha speso in Afganistan 55 milioni di euro. Con poco più dell’1 per cento di quello che i governi italiani hanno speso per la guerra, Emergency ha realizzato 3 Centri chirurgici, un Centro di maternità, una rete di 29 Posti di primo soccorso e Centri sanitari, curando oltre 3 milioni di persone di tutti i gruppi sociali, di tutte le parti politiche, di tutti i credo religiosi.
Il lavoro di Emergency, non i blindati, è il pezzo di Italia che gli afgani apprezzano. Le vittime non capiranno mai le motivazioni di chi porta lutti e miseria, le ragioni di chi semina terrore per combattere il terrorismo, di chi pratica la guerra per fare finire la guerra.
Che cosa avrebbe potuto fare l’Italia per gli sfortunati cittadini afgani, che sopravvivono in mezzo alla guerra da ormai trentacinque anni?
Come si traducono 4 miliardi di euro? In migliaia – non centinaia – di ospedali, cliniche, scuole.
Peccato che i soldi ci siano sempre per la guerra, mai per costruire la pace e i diritti.
Persino i soldi che i cittadini hanno deciso di destinare agli aiuti umanitari attraverso il 5 per mille non sono ancora stati erogati. I soldi sono lì, nelle loro banche, i cittadini li hanno versati nel 2009, ma il governo preferisce tenerseli il più a lungo possibile.
Questo sta creando a Emergency grandi difficoltà economiche, perché i nostri ospedali e le nostre cliniche non possono aspettare i tempi della politica, hanno bisogni urgenti, immediati, concreti.
Per questo vi rivolgiamo un appello a sostenere economicamente Emergency ora più che mai. Per poter continuare a lavorare, a curare persone, a portare umanità nella barbarie della guerra.
Grazie
Gino Strada
Aiutaci a continuare a curare le vittime della guerra in Afganistan: sostieni Emergency con una donazione online.

giovedì 6 ottobre 2011

Fabio Mussi alle ore 9.00 su Rai 3

" Sono  3  le cose che Berlusconi sa fare bene : i suoi interessi, i suoi piaceri, i suoi processi"
Perchè' dimettersi...allora?

meditate!

mercoledì 5 ottobre 2011

Ma l'ovetto no

Riproponiamo l'articolo esplicativo di Marco Travaglio del 1 Ottobre 2011 apparso su "Il Fatto Quotidiano" sui paradossi della classe politica italiana.

Sicilia. Bartolo è un giovane di 23 anni e fa il pescatore a Sant’Agata di Militello, provincia di Messina. L’altro giorno è stato arrestato dai carabinieri perché “colto in flagrante” mentre prelevava sette pietre dal lungomare e le caricava su un furgone per fissare le sue reti da pesca sul fondale marino. Tradotto in caserma, vi ha trascorso la notte, in attesa del processo per direttissima. Il giorno prima la Camera negava l’autorizzazione all’arresto dell’on. Marco Milanese per rivelazione di segreti, corruzione e associazione per delinquere.

Qualche giorno dopo, a Taranto, si apriva il processo a Donato, un ragazzo di 20 anni, imputato per il furto di un ovetto Kinder in un chiosco di dolciumi e per le ingiurie rivolte al venditore. Prelevato dai carabinieri e interrogato alle 2 di notte, Donato è finito sotto processo perché il venditore pretendeva 1.600 euro per chiudere la faccenda. Il giorno prima, la Camera respingeva la mozione di sfiducia contro l’on. Saverio Romano, imputato per mafia, che dunque rimane ministro.

Domenica abbiamo raccontato la storia del giovane etiope rinviato a giudizio per aver colto qualche fiore di oleandro in un parco di Roma. Ieri, sul Corriere, Luigi Ferrarella ricordava altri tragicomici precedenti. Il processo a Milano contro un tizio imputato di truffa per aver scroccato una telefonata da 0,28 euro. E quello contro due malviventi sorpresi a fare da palo a una terribile banda dedita al furto di alcuni sacchi della spazzatura in una bocciofila. Ma anche i 169 ricorsi presentati in Cassazione da altrettanti utenti Enel (avanguardie di un esercito di 60 mila persone) che chiedono un risarcimento di 1 euro a testa. Basta raffrontare l’entità dei reati con i costi del processo (indagini della polizia giudiziaria e del pm, un giudice per la convalida del fermo, un gup per l’udienza preliminare, uno o tre giudici più un pm per il primo grado, tre giudici più un pg per l’appello, cinque giudici più un pg più un cancelliere per la Cassazione, con l’aggiunta di cancellieri ed eventuali periti) per rabbrividire. O per sbertucciare la magistratura, che obbedisce semplicemente a leggi sempre più folli o infami.

Gli unici colpevoli sono i politici che hanno governato l’Italia in questi 17 anni: cioè tutti. Questa giustizia impazzita l’han costruita loro con le loro manine sporche e/o incapaci. Anziché dare risposte serie alla domanda di giustizia in continuo aumento, che non trova sbocco se non in tribunale, depenalizzando i reati minori e creando un sistema serio di sanzioni amministrative, hanno seguitato a inventarsi una caterva di reati inesistenti (come l’immigrazione clandestina) per solleticare la pancia degli elettori più beceri e decerebrati e per allattare un termitaio di avvocati (230 mila contro i 20 mila del Giappone che ha il doppio della popolazione italiana: ha più avvocati la città di Roma dell’intera Francia). E intanto depenalizzavano, di diritto o di fatto, i reati dei potenti, cancellandoli o rendendoli impossibili da scoprire e processare.

Eppure, sui giornali e in tv, si continua a dipingere una giustizia che trascura “i veri criminali” per colpire i reati dei politici (ovviamente inventati). Ora Napolitano ricorda che “in passato un leader separatista fu arrestato”. Non sappiamo se si riferisca anche ai leghisti a suo tempo imputati a Verona per le camicie verdi (e armate) della “Guardia nazionale padana”. Il processo s’è estinto perché l’anno scorso – come denunciò il Fatto nel silenzio generale, anche del Quirinale – il ministro Calderoli depenalizzò il reato di “associazione militare a scopo politico” con un codicillo nascosto in un decreto omnibus. Da allora, per mandare in fumo un processo che all’inizio vedeva imputati anche i ministri Bossi, Maroni e naturalmente Calderoli, chi fonda bande paramilitari fuorilegge non commette reato. Chi invece ruba un fiore, o una pietra, o un ovetto per te, è un delinquente. Ma solo perché nessun ministro ha ancora rubato fiori, pietre e ovetti. Non resta che aspettare, fiduciosi.

Il Fatto Quotidiano, 1 ottobre 2011

Tutti a Roma..............

IN FUGA COL PORCELLUM

APPUNTAMENTO CON LA RESISTENZA

 

domenica 2 ottobre 2011

Vai all'area "Ecologia": novità su Malpensa

Non sono solo barzellette...purtroppo

Gaffe della Gelmini: “Il Governo ha stanziato 45 milioni per il tunnel tra Ginevra e il Gran Sasso”. Si è confusa: in realtà il Governo ha speso parecchi soldi, ma per tutt’altri buchi…

A Tv Talk Giuliano Ferrara attacca il conduttore: “Spero che la intercettino mentre parla con una puttana”. Detto fatto: pare che l’intervista a Ferrara sia stata subito intercettata.

Domenica 25 Settembre

Bersani: “Siamo pronti a un Governo di emergenza salva-Italia”. Guidato dal Signor Beghelli.

Bossi: “Chi espone il Tricolore è un somaro”. Allora il Trota deve averci tappezzato la cameretta.

Lunedì 26 Settembre

Plagi. Mediaset manda in onda Baila, un evidente clone di Ballando con le Stelle. Per ritorsione la Rai manda in onda il TG1, un evidente clone del TG4.

Brunetta shock: “Eliminare i certificati antimafia”. Più che un Ministro piccino sembrava un Ministro picciotto.

Martedì 27 Settembre

Secondo Bagnasco occorre purificare l’aria e abbattere l’inquinamento morale. Berlusconi dovrà trombare a giorni alterni.

Bersani: “Il diluvio è adesso”. Il Pd è pronto ad affrontarlo con la barca di D’Alema.

Mercoledì 28 Settembre

Respinta la mozione di sfiducia a Romano: 295 favorevoli e 315 omertosi.

Continua la latitanza di Lavitola in Sudamerica. E quella del Governo italiano in Europa.

Giovedì 29 Settembre

Oggi è sia il compleanno del Premier che del leader dell’opposizione. Lo so, è difficile da credere, ma pare che in Italia ci sia un’opposizione.

Berlusconi: “Come regalo mi piacerebbe mettere da parte i contrasti, lavorare insieme, rilanciare l’economia e portare l’Italia fuori dalla crisi”. “Ma se non è possibile, allora mi va bene anche la solita troia”.

Venerdì 30 Settembre

Ieri notte ignoti si sono introdotti nel comune di Sesto. Non è stato rubato nulla, ma sono stati accesi i computer. C’è chi sospetta dei dipendenti comunali. I PC, infatti, erano accesi sulla schermata del solitario.

Istat, in Italia diminuisce il numero dei disoccupati. Molti sono andati all’estero a cercarsi un lavoro.

di Dario Vergassola con la collaborazione di Dario Tiano

Shame on you!

SEL ringrazia tutti, ma proprio tutti coloro che hanno firmato contro il "porcellum".
E adesso massima attenzione: la maggioranza e chi nell'opposizione non ha firmato, vogliono scipparci il referendum, farneticando un governo di responsabilità nazionale per avere l'esclusiva di una nuova legge elettorale:
Che si vergognino! Tutti, ma proprio tutti!!

sabato 1 ottobre 2011

Orgogliosi di essere di SEL

Pubblicheremo, appena rientrati, foto e documenti della grande festa di SEL "Ora tocca a noi":
Per dirla con le parole di Nichi:dobbiamo uscire da uno scintillante Medioevo, per entrare in un nuovo Rinascimento.

L'appello di Nichi Vendola

«Rivolgo un appello alle donne e agli uomini che non si rassegnano ad assistere impotenti al declino italiano, alla distruzione di vincoli sociali e democratici che rendono unita la comunità nazionale del Paese. A questo siamo ormai giunti con la destra al governo. In un crescendo di
diseguaglianze e ingiustizie sociali, di smarrimento di un ruolo e di una funzione dell’Italia dentro l’Europa e nel mondo, di pieno spossessamento dei diritti, nel campo del lavoro, dell’ambiente, del sapere, della sfera soggettiva e individuale delle persone.
La crisi economica, a lungo negata come non ci dovesse riguardare, si manifesta ora in tutti i suoi effetti dirompenti, disgreganti, duraturi nel tempo, tanto sulla vita delle singole persone come su quella delle istituzioni, a partire da quelle più prossime ai cittadini, come i tanti comuni italiani messi ormai nelle condizioni di rinunciare a programmare lo sviluppo del proprio territorio.
C’è un paese colpito al cuore, smarrito, umiliato e offeso, intaccato ormai alla radice in quel che di più prezioso possa dirsi convinto: il senso di una speranza, di una possibilità autentica di cambiamento, di costruzione di una prospettiva dignitosa e libera di futuro per ciascuno, a partire da quelle ragazze e quei ragazzi che si aprono al compimento stesso della loro esistenza e oggi la intravvedono
densa di minaccia anziché di possibilità.
Occorre un’opera di rigenerazione del Paese. Non solo politica. Insieme morale, democratica, sociale e prima ancora culturale. Perché è proprio a partire dai capisaldi culturali con cui questa destra si è insediata nel Paese, dal lavoro ai diritti, che ha avuto inizio e oggi giunge al più nefasto degli esiti possibili, lo smantellamento di una identità comunitaria nazionale.
Occorre dare, da subito, segnali forti, credibili, mettere in campo prima possibile una proposta di alternativa. Larga, unitaria, popolare, incentrata su un’idea forte di cambiamento da presentare al Paese, mobilitando energie, risorse, intelligenze, speranze ben presenti, come si è visto nella recente tornata di elezioni amministrative e nell’esito stesso del voto referendario. All’epilogo della
crisi politica e morale della destra, capace di trascinare nel pantano e nella rassegnazione il Paese, è sempre più urgente da parte nostra contrapporre un’accelerazione per presentare all’Italia una grande, coesa, unita, coalizione di centrosinistra, forte di una sua autonoma agenda di governo.
Ora tocca a noi. Vi aspetto in piazza il 1° ottobre. »