giovedì 18 agosto 2011

Cacciamolo prima che la nave affondi

18 Agosto 2011


Che ci sia bisogno di far quadrare i conti mi pare evidente. Tanto è vero che se noi non rimettiamo a posto i conti rischiamo di andare in bancarotta. Il problema è dove prendere questi soldi. I due canali sono: più entrate e meno uscite. Per quanto riguarda le minori uscite, ci sono una miriade di capitoli di spesa che possono essere evitati.
Ne cito alcuni, a mero titolo esemplificativo, che fanno parte di un disegno di legge che l'Italia dei Valori ha presentato già da un mese e mezzo, che io personalmente ho inviato al presidente del consiglio, che ancora oggi non ha avuto alcuna risposta e che noi chiediamo sia messo all'odg in Parlamento. Sono circa 70 miliardi in tre anni quelli che noi troviamo.
- Le Province? Perché toglierne solo alcune e non tutte?
- I Comuni piccoli? Accorpiamoli, ma subito.
- I parlamentari? Riduciamoli del 50%, ma subito.
- La guerra in Libia piuttosto che in Afghanistan? Che ci andiamo a fare, posto che lì stanno facendo una guerra vera e la nostra Costituzione ci dovrebbe impedire di fare la guerra?
- La miriade di consulenze e incarichi esterni alla Pubblica amministrazione?Perché non le facciamo fare agli impiegati e ai funzionari della Pubblica amministrazione?
- I 25mila, dico 25mila, consiglieri d'amministrazione delle imprese pubbliche? Perché non li riduciamo facendo l'amministratore unico?
- Perché non eliminiamo le comunità montane?
Non sarà perché non ne siamo più capaci?
Ve lo dico dico in dipietrese: fammici andare a me al governo e te lo faccio in 48 ore!
Secondo voi, l'agenzia per le entrate è in grado di far pagare la tassa sui capitali scudati oppure no?
Sicuramente è in grado, se lo si vuole, dal momento che anche queste operazioni sono state fatte attraverso istituti bancari. Basta inserire nella legge l'obbligatorietà, per gli istituti bancari, di rivelare chi sono quelli che hanno usufruito dello scudo fiscale. Perché se uno ha portato i capitali all'estero, evidentemente lo ha fatto perché in Italia non li poteva dichiarare, quindi se paga qualcosa in più, visto che non ha pagato niente e nemmeno le tasse è una cosa buona.
Io però farei anche un'altra cosa che mi ricordo da quando ero magistrato e che riguarda non solo l'Europa ma il mondo intero. Ci sono tanti paradisi fiscali, tanti stati canaglia. Ci dovrebbe essere una regola internazionale, o almeno dovremmo farla noi in Italia, per cui non possono partecipare alle gare pubbliche di forniture di contratti tutti coloro che hanno portato i soldi all'estero e non hanno pagato le tasse. Dobbiamo rendere competitivo l'imprenditore onesto rispetto a quello disonesto.

L'opposizione responsabile è quella che dice che questa manovra non va proprio bene e così com'è non la voteremo mai, ma nello stesso tempo si dichiara disponibile a discuterne, a saldi almeno invariati, però intervenendo in maniera specifica sui vari capitoli di entrate e di uscite.
Io non avrei toccato per niente l'art. 18 e in Parlamento farò ogni tipo di opposizione per impedire che si cancelli di fatto l'art.18 che è una conquista dei lavoratori e la cui eliminazione nulla apporta alla manovra economica. E' solo una furbata.
Ma detto questo, se l'opposizione non è responsabile, fa la fine dell'asino di Buridano, che a furia di dire “questo no” alla fine è morto di fame. E io non voglio far morire di fame gli italiani.
Quanto a Merkel e Sarkozy, i risultati devono vedersi a bocce ferme, perché la politica delle intenzioni e delle dichiarazioni viene svolta tutti i giorni, ma il risultato si vede poi nelle tasche degli italiani e degli europei.
In conclusione voglio dire due cose. La prima riguarda l'opposizione, che in questo momento ha il dovere di individuare un pacchetto di proposte condivise, in modo che tutti uniti possiamo avere più forza nei confronti della maggioranza per indurla a modificare radicalmente questa manovra.
Poi c'è una responsabilità politica: quando la nave affonda e chi la guida dice che va tutto bene come ha fatto Berlusconi l'ultima volta che è venuto in Parlamento, quando il capitano di una nave non ha alcuna cognizione del fatto che la nave sta affondando, non si può fare come sul Titanic e continuare a ballare. Bisogna sostituire il capitano. Bisogna cambiare il governo.

Postato da Antonio Di Pietro

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